DIO APRE IL SUO CIELO SOPRA DI NOI…
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III domenica di Avvento – Gv 1,6-8.19-28
Nelle scorse domeniche, abbiamo accolto l’invito ad avere il coraggio di attendere, di restare desti… vigilanti… non sonnecchiare, non lasciarci sconfiggere dagli avvenimenti che oscurano la nostra vita.
Per fare questo è necessario avere il coraggio della novità, di osare! Siamo invitati ad alzare lo sguardo e pregare… invocare e chiedere a Dio di squarciare il cielo e di scendere! Il fatto è che il cielo si è squarciato e Lui è sceso. In tempi come questi che stiamo vivendo, siamo messi di fronte ad una scelta: possiamo passare le giornate a rattristarci per tutto quello che non va (ed è tanto!!!) oppure lasciarci catturare dalla speranza che Dio non ci abbandona! Se le porte degli uomini si chiudono… quelle di Dio si spalancano. Ecco perché questa domenica, liturgicamente è chiamata “della gioia”… perché questo invito alla gioia che Isaia fa ai rientrati dalla Babilonia… che hanno visto il cielo di Dio squarciarsi sopra di loro, è lo stesso che Paolo (II lettura) rivolge ai Tessalonicesi: “Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie”… e non perché le cose vanno sempre bene, ma perché Dio apre il suo cielo sopra di noi… e scende nel buio delle mie tristezze… nel pianto dei miei dolori.. e rischiara… e asciuga! In quel tempo, ci dice stamane il vangelo, “venne un uomo mandato da Dio… venne per rendere testimonianza alla luce”… e la gente va da lui! Va da lui per accogliere il cielo squarciato… per lasciarsi trasformare da quella luce. Per aprire il nostro cuore… per convertirci ed aprirci alla gioia, è necessario fare una cosa che non è affatto facile: ESSERE AUTENTICI… ESSERE VERI! Solo il mio vero io incontra il vero Dio! Non è facile essere autentici… siamo abituati ad indossare tutta una serie di maschere… maschere per ogni dove… maschere per essere all’altezza del luogo in cui siamo (vuoi la scuola, l’università, il posto dove lavoro…)… maschere… solo maschere per essere quel che gli altri vogliono!
Per incontrare Dio è necessario essere noi stessi, acqua e sapone insomma, senza avere paura dei nostri limiti… senza avere paura delle nostre ombre che vanno conosciute ed affrontate. E così, la commissione di inchiesta che giunge da Giovanni, reca con se questa domanda folgorante: “chi sei tu… cosa dici di te stesso!”. È come se la Scrittura ci dicesse che prima di compiere questo percorso di avvicinamento a Dio dobbiamo essere sinceri con noi stessi. Per essere cristiani, dobbiamo innanzitutto fare verità su di noi e intorno a noi… e per fare questo, è necessario lasciarsi illuminare dalla sua luce! “Chi sei tu? Cosa dici di te stesso?”, è la domanda che deve accompagnarci in questa settimana.
Ci prepariamo al Natale… ci prepariamo ad accogliere questo cielo che si squarcia solo a condizione di avere ancora voglia di svegliarci dentro… di riconoscere anche le nostre ombre… i nostri limiti. È così difficile trovare persone autentiche… ma la risposta di Giovanni battista, che non si prende per Dio, che non dice “ah, so tutto io, io faccio, io disfo, io prendo, io lascio”… (incontro e sento, credetemi, un sacco di divinità tutti i giorni… e anche io a volte lo sono…) ci chiede l’umiltà e il coraggio di riconoscere e dire di noi: “Chi sono? Non lo so… sono un cercatore… un mendicante”.
E così inizieremo a capire noi stessi…! Giovanni risponde: “Io sono voce”. Avrebbe potuto dire un sacco di cose… avrebbe potuto dire “Io sono il più grande tra i profeti” (che è vero), ma non lo fa… e riesce solo a dire (e non è poco!!!) “Io sono la voce prestata alla Parola”… una voce che grida di preparare nel deserto la strada. Vedete… nella vita non siamo chiamati ad essere chissà chi o chissà cosa… no!
Siamo chiamati a diventare ciò che noi siamo. Chiediamoci allora in questi giorni: “chi sono io?” e proviamo a mettere a fuoco qualcosa di positivo! L’augurio che la liturgia ci dona in questa terza settimana di Avvento, è quello della autenticità.
E se anche a volte troviamo le porte degli uomini che si chiudono (perché manchevoli di autenticità e verità)… ricordiamo che il cielo si squarcia e Dio scende… per me… per voi!