SONO QUI DAVANTI A TE… SOLO CON TE!
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(II domenica di Quaresima – Mc 9, 2-10)
Se fra voi c’è qualcuno che, come me, ha avuto la grazia di visitare la Terrasanta, ricorderà il fascino del Monte Tabor: il monte della Trasfigurazione, un luogo di pace e silenzio avvolto nella meravigliosa pianura di Esdralon.
Sembra quasi un tabernacolo, posto in alto, vicino a Dio! Lì, il silenzio della preghiera, è interrotto solo dal vento, che solitamente soffia fuori dal Santuario, quasi un canto interiore… il solo che si può udire.
Partiamo da qui e regaliamoci un tempo di silenzio nel frastuono delle nostre città, un tempo di pace alla presenza dello Spirito. Un’ora, un giorno, 15 minuti… che importa. Il tempo con Dio non è misurabile… si dilata. Avvolge… coinvolge… accarezza. E anche solo un istante può profumare d’eternità. Gesù porta con se Pietro, Giacomo e Giovanni sopra un monte alto. La montagna… dove si posa il primo raggio di sole e dove l’ultimo indugia ad andar via! È lassù che appaiono Mosè ed Elia, gli unici che hanno veduto Dio; ed è lì che si trasfigurò davanti a loro. Dunque, saliamo sul Tabor!
È un regalo che non ti fa nessuno, te lo devi scegliere. E se ti è impossibile basta allora camera tua, il tuo balcone, la tua chiesa! Mi incammino come se fossi uno dei tre… Gesù davanti a noi. Perché quei tre? Privilegiati? Stando a ciò che di loro dicono i vangeli, quei tre sono piantagrane, danno sempre dei problemi. Saranno loro a mormorare su chi è il più grande, su chi deve sedere alla destra o alla sinistra. Pietro poi si è appena sentito chiamare “Satana” dal Maestro (Mt. 16,23 dieci righe prima). Si, intuisce insomma che quei tre sono gente poco affidabile. Forse è per questo che mi trovo a mio agio.
Forse è per questo che il Signore ha acconsentito… affinché potessi seguirli pure io. Anch’io mi sento inaffidabile. Ti ho tradito così tanto Maestro! Il Vangelo non evidenzia nessun particolare della trasfigurazione, se non quello delle vesti diventate splendenti. Sul monte il volto di Gesù brilla di un contenuto che lo travolge, di una energia che non si ferma al volto, neppure al corpo intero, ma tracima verso l’esterno e cattura la materia degli abiti: “le sue vesti divennero bianche come nessun lavandaio sarebbe capace”.
Allora Pietro, stordito e sedotto da ciò che vede, balbetta: è bello per noi stare qui… “facciamo tre capanne”. Ciò che seduce Pietro non è l’onnipotenza di Dio né lo splendore del miracolo o il fascino dell’infinito, ma la bellezza del volto di Gesù.
Sul Tabor il corpo di Gesù trasfigurato racconta Dio. Ma come tante cose belle, la visione non fu che un attimo… un lampo nel buio! “Una nube li coprì e venne una voce: Ascoltate Lui”. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù! Con Mosè, dal volto intriso di luce… con Elia, rapito su un carro di fuoco e di luce, tutta la Bibbia converge su Cristo. Tu sali sul monte per vedere e sei rimandato all’ascolto.
Scendi dal monte e ti rimane nella memoria l’eco dell’ultima parola: “Ascoltate Lui!”. Abbiamo bisogno del Tabor… per conoscere Gesù! Fare l’esperienza di quei tre discepoli che pensavano come noi di sapere tutto di Lui. Sanno chi è, cosa dice… conoscono i suoi miracoli… ma ancora non ne sanno niente. Dura verità qui al Tabor… possiamo essere discepoli da sempre… finanche preti o suore ma non averlo mai incontrato.
Ecco perché il maestro ci chiede di salire sul monte: per capire, per intravvedere, per intuire. Bello il Tabor… ma un’altra montagna si taglia all’orizzonte, una cava che i romani usano per appendere i condannati.
Non c’è Tabor senza Golgota, non c’è Golgota senza Tabor. Non c’è dolore e sofferenza senza un perché… non c’è gioia che non costi fatica! E alla fine… aggiunge Marco: “Improvvisamente, guardandosi intorno, non videro più nessuno se non Gesù solo, con loro”. Alla fine… resta Gesù solo, nella nostra vita, e noi insieme a lui. Possiamo anche dire o pensare di bastare a noi stessi… ma prima o poi giunge per tutti la consapevolezza di aver bisogno di Lui!
Quella luce… la luce della trasfigurazione, è ancora disponibile: nella Parola, nei sacramenti, nella bontà delle persone, nella bellezza delle cose, talvolta scintilla breve… talvolta fiume di fuoco. Avere fede è scoprire, insieme con Pietro, la bellezza del vivere, ridare gusto a ogni cosa che faccio, al mio svegliarmi al mattino, ai miei abbracci, al mio lavoro.
Questo Vangelo ci porta una notizia ancora più bella: la trasfigurazione non è un evento che riguarda Gesù solo, al quale noi assistiamo da spettatori. È un evento che ci riguarda tutti, al quale possiamo e dobbiamo partecipare.
Il volto di Gesù sul monte è il volto ultimo dell’uomo! E alla fine di questi quaranta giorni… mi ritrovo con LUI solo… ed è quello che dobbiamo desiderare! Ne avremmo fatta di strada… magari avremo anche sperimentato cadute e fallimenti. Non importa… rialziamoci sempre e camminiamo… per poter dire alla fine… ce l’ho fatta maestro… sono qui davanti a te!