“AL MATTINO, QUANDO ERA ANCORA BUIO… IL GRIDO DI UNA DONNA!”
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(Pasqua di Resurrezione – Gv 20,1-9)
“Quando era ancora buio…”… inizia così il racconto di un giorno nuovo … quello in cui Maria di Magdala si reca al sepolcro portando gli aromi che aveva preparato.
Inizia così il racconto di una mattina che cambierà la storia. L’annuncio della Pasqua inizia così… al buio. Inizia con un passo lento e si conclude con una corsa. La pietra del sepolcro è stata spostata: qualcuno ha portato via il suo Signore!
È ancora buio e Maria si reca al sepolcro di Gesù con le mani cariche di aromi e il cuore colmo di dolore. Va a prendersi cura del corpo di lui, con ciò che ha, come solo le donne sanno fare. Ma cosa era successo? Era successo che dopo una notte insonne… tremenda… Maria di Magdala partì per raggiungere il sepolcro quando ancora era buio. Non riusciva a dormire, a chiudere occhio: come non pensare a Lui?
Come potersi addormentare quando lui non c’era più? Tutto finito. Nei suoi occhi… ancora impressa l’immagine straziante di Gesù Crocifisso: gli insulti, le umiliazioni, la solitudine, i chiodi conficcati in quella carne benedetta. Poi un grido. Poi l’ultimo respiro.
Il corpo distrutto di Gesù calato dalla croce. Un lenzuolo avvolge il cadavere. Un sudario sul volto sfigurato. Un sepolcro accoglie quel che resta del condannato Gesù di Nazareth. Torna la sepolcro Maria… desidera un angolo di silenzio lontano dagli occhi dei curiosi. Lei e il maestro, ancora una volta… l’ultima. Mille domande si intrecciano nel suo cuore.
E così… questa donna si fa teneramente vicina a ciascuno di noi! Si… perché anche a noi capita di trascorrere notti senza chiudere occhio. Quando siamo schiacciati, come lei, da una morte, da un dolore lacerante.
E non pensi ad altro: come farò ora senza di lui? Senza di lei?… ti rigiri nel tuo letto… lacrime e pensieri che si fondono insieme. Al buio, dunque, seguendo la bussola del cuore, Maria di Magdala, va al sepolcro di Gesù e vede la pietra ribaltata ma non riesce a capire cosa sia accaduto. Pensa: “hanno portato via il corpo di Gesù !” e corre da Pietro e da Giovanni: “hanno portato via il Signore!”.
Il grido di questa donna è udito per le stradine di Gerusalemme nel mattino della Pasqua. Corre da Pietro e da Giovanni come a risvegliarli a una consapevolezza: ci hanno portato via il Signore! E il vangelo della risurrezione continua: Pietro e Giovanni alle parole della donna escono dal Cenacolo e corrono verso il sepolcro di Gesù: “correvano insieme tutti e due”. Quanto significativo questo correre dei due discepoli di Gesù nel mattino di Pasqua: corrono incontro alla Pasqua, corrono incontro alla vita… corrono insieme! Inizia così il movimento della Pasqua.
La Pasqua è mettersi a correre! E così Pietro e Giovanni corrono nel silenzio della città ancora immersa nel sonno. Il sole si sta alzando e illumina la pietra beige che riveste le abitazioni di Gerusalemme. Corrono per le stradine di Gerusalemme… Pietro, meno giovane, si attarda; scendono rapidamente oltre la cava dove ancora si ergono le croci dei condannati. I soldati romani di guardia sono spariti, la tomba di Giuseppe di Arimatea è aperta, la pesante pietra che ne bloccava l’ingresso ribaltata.
Giovanni aspetta, le tempie pulsano, ansima. Ripensa al volto sconvolto di Maria che, dieci minuti prima, lo aveva tirato fuori dal nascondiglio del cenacolo, parlando del furto del corpo di Gesù. Arriva Pietro. Giovanni lo guarda lungamente, poi abbassano la testa ed entrano. Nulla: Gesù è scomparso.
Nulla… solo il lenzuolo, come sgonfiato, afflosciato e il sudario al proprio posto, come se Gesù si fosse dissolto. Insomma: Arriva prima Giovanni, vede ma non entra; Simon Pietro invece arriva dopo, vede ed entra .
Poi entra anche l’altro discepolo… e di lui si dice che vide e credette. Di Pietro non si dice questo: di Pietro si dice solo che vide, ma non che credette. Ma cosa vuol dire tutto questo? Ma che vangelo strano!?
E invece questo vangelo racconta il senso profondo della Pasqua per ognuno di noi. Simon Pietro nel vangelo è la razionalità, l’uomo che vuole capire, che dubita, l’uomo che vuole comprendere Dio con la sua testa. Fa grandi proclami ma, poiché non è collegato al suo cuore, quando poi c’è da seguirlo, sempre lo tradisce e lo abbandona. La razionalità vede: sì, la nostra testa sa che oggi è Pasqua; sa che Pasqua è la resurrezione del Risorto; sa che Gesù vive; sa che Gesù continua a vivere in noi.
Lo sa perché ha studiato al catechismo, lo ha studiato nei libri di teologia, ma tutto questo non cambia nulla nel suo cuore; tutto questo non scalfisce di un centimetro la sua vita e non produce nulla. L’altro discepolo (Giovanni) invece rappresenta l’amore. Il vangelo di Gv lo dice più volte: “Quello che Gesù amava”… “colui che posa il suo capo sul petto di Gesù”.
È solo Giovanni che vede e crede. È solo l’amore che può capire cos’è Pasqua. Se il tuo cuore non vive, non si emoziona, non piange, non vibra, non sussulta; saprai che è Pasqua ma non cos’è la Pasqua.
Non produrrà niente nella tua vita. Pasqua non è un’idea ma un’esperienza, un incontro, una rivoluzione, che ti cambia la vita, che ti entra dentro e che ti fa totalmente diverso da prima. E sarà così per i suoi nei cinquanta giorni successivi: arriverà anche l’esperienza di Tommaso che dapprima non crederà alla Pasqua, al Signore Risorto. Non crede ai suoi che non sono credibili come non lo è lui: “Se non vedo, non credo”.
Dovrà toccare le ferite e lì lo sentirà e lo vedrà. È l’esperienza con le ferite, con le proprie ferite, che gli faranno capire chi è Dio. E lo vede Tommaso… sette giorni dopo, il maestro verrà tutto per lui! Cos’hanno in comune tutti questi personaggi (Maria di Magdala, Giovanni, Tommaso, Pietro)? Loro non sanno cos’è la Pasqua; loro la Pasqua l’hanno vissuta sulla loro pelle. Pasqua non è una domenica: Pasqua è il giorno in cui tu lo incontri. Concludo: tutto è iniziato da quella corsa.
La tomba è ancora lì… esattamente lì dove la trovarono Pietro e Giovanni. Ed è rimasta vuota. Da millenni, migliaia di uomini e donne hanno sfidato la morte per andare a vedere quella tomba vuota. Splendidamente vuota.
Strano: di solito le persone fanno viaggi per venerare un mausoleo che custodisce le spoglie di qualche grande politico, o cantante, o uomo spirituale. I cristiani vanno a vedere una tomba vuota. E questo la dice lunga su quanto siamo anche noi un po’ fuori di testa! Perché quella tomba vuota ci dice che la morte non ha vinto… E non vince mai!