“ANDATE… IO MI FIDO DI VOI!”

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(Ascensione del Signore – Mc 16,15-20)

Son passati quaranta giorni dal ritrovamento della tomba vuota… quaranta giorni di incontri, emozioni, sguardi e pensieri che ripercorrono un vissuto insieme. Il Signore ascende… ma non è la fine! È una fine che è un inizio! Nella pagina degli Atti viene raccontata l’esperienza dei discepoli che, mentre Gesù sale al cielo, se ne stanno con il naso all’insù. Appaiono allora due uomini in bianche vesti che dicono: Uomini di Galilea perché state a guardare il cielo? Giù con lo sguardo che inizia una nuova vita! Io sono con voi tutti i giorni… promessa ultima… che richiama la prima già fatta: Era iniziato così il vangelo, ricordate? Con l’annuncio della nascita di un bimbo a Maria: a lui sarebbe stato dato il nome Emmanuele, che significa Dio-con-noi. Ne sono passati di giorni da quell’annuncio! Cosa si saranno detti dopo gli undici? Con che intensità si saranno guardati? Quale emozione li avrà abitati? Lo sappiamo dagli Atti degli Apostoli. Inizia una storia nuova. Inizia un mondo nuovo, perché quegli uomini sono nuovi. Non hanno più paura, non vogliono più tacere. Gesù è con noi, con te. Di cosa dobbiamo temere? Oseremo non tacere? Oseremo scendere nelle piazze ed annunciare che Cristo è risorto? Oseremo farlo lottando per la liberazione di ogni uomo da qualsiasi forma di oppressione? Per il rispetto del creato? Dal monte delle beatitudini, Gesù aveva iniziato tutto il suo ministero con il discorso della montagna… e Gesù… li riporta sul monte. Perché nella vita ci sono certi luoghi, certi monti, che ti parlano, che diventano per te una memoria viva… Eccoli lì, dunque. E mentre salgono cominciano a ricordare quella prima volta, le parole affiorano nuovamente quando si fermano e riconoscono Gesù risorto… si prostrano… lo adorano, come e più di qualche anno prima quando su quel fazzoletto di terra dove ora sono con la testa a terra, sedevano ascoltando un nuovo Dio! Si, un Dio così nessuno gliel’aveva raccontato mai! Nessuno!!! Beati i poveri in spirito… voi siete il sale della terra… avete inteso che fu detto ma io vi dico. Si prostrarono… però dubitarono. Continuano ad avere dei dubbi. Sì… perché la fede va a braccetto con i dubbi. Si sposa con le domande, s’interroga sempre, dall’alba al tramonto. Non dobbiamo avere paura dei dubbi, no… E Gesù? Si avvicina… Gesù che si avvicina ai miei dubbi con la tenerezza di una madre… ed io mi lascio avvicinare! Andate, voi dubbiosi discepoli. Perché io mi fido di voi! Andate, perché credere in me significa muoversi. Andate e fate discepoli tutti i popoli della terra battenzandoli… che significa immergere. Andate ed immergete ogni uomo in Dio. Immergetelo nella novità che avete conosciuto ed incontrato, immergete ogni uomo nell’oceano di amore dal quale siete stati voi inondati per primi… E questo Gesù lo ha detto ai suoi di allora e lo dice oggi a noi!!! Siamo consapevoli? Abbiamo capito quanto ci chiede? Lo facciamo??? Che fiducia questo Gesù. Andate! Sono gli angeli a dare la chiave interpretativa dell’evento: non guardate il cielo, guardate in terra, guardate la concretezza dell’annuncio. Invito a non guardare il cielo… che significa ripartire dalla povertà della mia parrocchia, dal senso di disagio che provo nel vivere in un luogo bello e martoriato… invidiabile e spesso maltrattato… Qui siamo chiamati a realizzare il Regno, a rendere presente la speranza. Qui, in questa Chiesa fragile, in questo territorio martoriato dall’inciviltà… ma che Dio ama… dobbiamo ripartire! E questo stesso Dio oggi ci rassicura: non siamo soli, egli è con noi. È iniziato il tempo della Chiesa, fatta di uomini fragili che hanno fatto esperienza di Dio e lo raccontano. La smettiamo di lamentarci e ci rimbocchiamo le maniche? Ognuno di noi riceve oggi la stessa missione degli Apostoli: Annunciate. Niente altro. Non dice: organizzate… ma annunciate! Mi alzo, ma questa volta sul serio. Alziamoci insieme… giù dai divani! C’è una Chiesa che aspetta… c’è un territorio che attende.

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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