“Gesù ti passa sotto gli occhi… adesso!”
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(XXXI DOMENICA t.o. – Lc 19,1-10)
È la storia di chi come noi cerca di “vedere” Gesù, superando prima le proprie “bassezze”, miserie e egoismi personali, e poi le “altezze” degli altri: barriere di pregiudizi escludenti, chiacchiericci di disprezzo, che impediscono, non lasciano vedere anche solo da lontano!
È la storia di Zaccheo, il cui nome deriva dalla radice ebraica: puro, integro, giusto… che ironia! Nessuno, neppure lui, si considerava tale. Zaccheo non è solo ricco… ma è un “riconosciuto peccatore!”. Un imbroglione, un traditore della patria, un venduto al nemico, un ladrone (questa era l’immagine che si aveva dei pubblicani e corrispondeva proprio alla realtà). Il vangelo ci parla anche di un albero: il sicomoro. Questo produce dei frutti dolcissimi, simili ai fichi… ma c’è una particolarità: per renderli così dolci, ad un certo punto della maturazione, i frutti vanno incisi.
È un particolare interessante questo, perché in fondo è il simbolo dell’esperienza che fa Zaccheo: Lui che non era particolarmente amato dagli altri… probabilmente non era nemmeno particolarmente amabile… che è ricco forse non solo di soldi, ma di orgoglio, vanità… pieno di sé… aspro come un frutto acerbo con cui è impossibile provar gusto… ad un certo punto della sua vita qualcosa cambia, qualcosa o qualcuno incide la sua esistenza. Fin da ragazzo sono stato affascinato da questo personaggio e dalla sua audacia.
Non mi stanco mai di entrare visivamente in quella scena. La folla gremiva le vie di Gerico. Penso alle folle di giovani che ho visto nelle Giornate Mondiali dei giovani… o a grandi eventi dove la gente è stipata per vedere il proprio beniamino per poter rubare uno sguardo, un contatto o un autografo. Insomma la folla c’è! Spinge, calpesta, urla, litiga, vuole vedere la star che passa di lì. Di lui (Gesù), se ne stanno raccontando di tutti i colori, ma sarà tutto vero?! L’importante è essere lì… per poi raccontarlo, caricare il video su You Tube, su facebook o Instagram. A Gerico passa Gesù, il nazareno. Se ne parla da giorni. In città un cieco è stato guarito grazie a questo rabbi che pare abbia poteri incredibili.
Zaccheo ne sente parlare. Non dice niente a nessuno… ma quel giorno esce prima dall’ufficio con qualche scusa. Si dirige verso il centro: Gesù deve passare di là… e Zaccheo lo vuole vedere. Forse (nemmeno lui lo sa bene) da tempo albergano nel suo cuore certi interrogativi sul senso della vita e sulla sua felicità. Non ha fatto trapelare nulla di tutto ciò, abituato a trattenere i propri sentimenti. Ma quel giorno qualcosa lo spinge a rischiare. Eccolo mentre si avvicina alla folla già assiepata lungo le transenne. Cerca di farsi largo, come può. In punta di piedi, si aiuta con le mani… ma niente. La gente lo riconosce, gli getta degli sguardi assassini, nessuno lo farebbe certo passare avanti per gentilezza.
Lui qui?!? Eh no!! Qui non conta essere ricchi! Ma Zaccheo è matto, corre in avanti come un bambino. Salire su un terrazzo? E chi l’avrebbe invitato? Ecco un sicomoro! Ma che figura!!! E se qualcuno mi vede? Perderei la faccia dell’impassibile Zaccheo… E chi se ne frega! Vada per il sicomoro. Si arrampica, quasi si mimetizza tra le foglie. Ad un centinaio di metri Gesù si sta avvicinando. Parla… la folla lo ascolta e grida allo stesso tempo. Zaccheo è fermo… immobile… duro come un ramo… silenzioso come una foglia! Mancano pochi metri… Gesù parla del regno dei cieli… si avvicina… Il cuore di Zaccheo batte forte… “speriamo che non mi veda speriamo che non mi veda…”.
Quasi non respira. Eccolo Gesù, ora è proprio sotto di lui! E accade l’impossibile. Un movimento della testa. Uno sguardo che si alza e colpisce. Ora, il cuore… quasi si ferma. Il mondo si ferma, la gente impietrita, attonita ed in silenzio. Uno sguardo d’amore… una testa che si muove…. Che scena! Sì… questa è la scena dell’amore divino che incontra l’uomo. Questa è vita, poesia, musica… come volete voi! Questo è il regno dei cieli! Zaccheo scendi subito, perché oggi devo fermarmi da te! Scusatemi un attimo… adesso mi fermo io!!! Non sentite la voce di Gesù che qui ed ora vi chiama per nome dicendovi: Mario, scendi subito oggi mi fermo da te! Da me?!!!!!? E lui si ferma da me! Me lo vedo Zaccheo, mentre scende di fretta, praticamente cade.
Rompe qualche ramo. È a terra. La folla che lo fissa. Gesù non chiede nulla, solo di essere accolto, di fermarsi a casa sua…. a casa tua. Ma Zaccheo ormai è pieno di gioia e quando uno è pieno di gioia, allora fa delle cose matte… inizia semplicemente a vivere!!!!!! Gesù alza lo sguardo su di noi, si fa vicino, ci invita a scendere dalla pianta, si autoinvita a casa nostra, ci trasforma la vita, ci “ritrova”, oggi, qui… adesso! Zaccheo è convertito non dal giudizio o da una sentenza di Gesù, ma dalla sua accoglienza, dalla sua vicinanza, dai suoi gesti di amicizia. Per superare il problema della statura, Zaccheo calcola e sale su un albero… ma Gesù lo fa scendere, e se ne va a mangiare a casa sua incurante dello scandalo e delle mormorazioni dei presenti. Dopo quell’incontro, Zaccheo si alza e decide di farsi ancora più piccolo, rinunciando ad abusare degli altri, rinunciando all’ingiustizia e distribuendo i suoi beni.
Fermiamoci qui, entriamo in questo brano. Entriamo finalmente nella nostra vita. Sei proprio certo di voler vedere Gesù? Veramente desidero vedere Gesù? Incontrarmi con lui? C’è qualcosa, in questo momento della mia vita, che me lo impedisce? C’è una situazione, una circostanza, una persona che hanno nella mia vita il ruolo della folla? Che mi impedisce di vedere Gesù?Cosa posso fare per oltrepassare questa folla e salire sul mio sicomoro?
Cosa può essere per me il sicomoro? Questo momento di meditazione? La Messa? Un’ora di adorazione… Oggi la salvezza è entrata in questa casa… Cristo ti passa sotto gli occhi, ora! Sapremo vederlo? O ci accontenteremo di stare tra la folla, dove nessuno lo incontra veramente? No, io desidero incontrarlo questa volta! Arrivo!!! Fate largo! Eccolo, ora si avvicina… ora è sotto di me…