“Due piedi attraversano la notte… verso un sepolcro”

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PASQUA 2023

Mi sembra di vederla Maria di Magdala mentre si reca al sepolcro quando ancora è notte. Attraversa quel giardino poco lontano dal luogo del cranio. Fa paura quella notte, quel silenzio calato su Gerusalemme dopo ore di strepitii ed urla. Chiuso il sipario, fuggito ogni rumore. La natura pare morta in quel giardino fatto d’ombra. I rami asciutti, secchi, senza vita. La terra dura, screpolata e sola.

Eppure…

La vedo Maria di Magdala per quelle stradine di Gerusalemme che ancor dorme il sonno della notte… la vedo furtiva… dimessa… Il fiato corto ed il passo pesante. I piedi trascinati, più che sollevati. Un conto è camminare lenti, gustando la freschezza del mattino e i profumi del mondo che si risveglia, un altro conto è trascinarsi nel buio. Eppure… eppure due piedi attraversano la notte, verso un sepolcro. Si mischiano i ricordi di una vita, s’intrecciano fragranze differenti d’un passato ormai sepolto. Le risate coi racconti, le tavole imbandite da quel profumo di casa e di amicizia a Betania… Ma poi Gerusalemme traditrice le ha mangiato la speranza. Divorata in un boccone. E la notte tenebrosa s’è rubata pure il giorno e il sole.
Eppure…
Eppure due piedi attraversano la notte, verso un sepolcro. Impercettibili. Ma io li vedo, li scruto. Tutti noi ci ritroviamo al sepolcro, mentre c’è ancora la tenebra. Tutti attraversiamo momenti, giorni o mesi, nei quali la notte non è solo notte, ma tenebra e buio. Tempo vuoto e pesante. Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Un fatto che poteva essere letto in tanti modi diversi. Rubato, trafugato? E da chi? Quando e come? E le domande la riattivano. Corse allora e andò da Simone. Inizia così un movimento di piedi che corrono, avanti e indietro, uno più dell’altro. E si sollevano, non più trascinati. Pietro si precipita fuori con un discepolo di cui non si dice il nome perché possa metterci il mio. E il tuo. E corrono pure loro. Qui son tutti matti. Sì, vedo piedi che corrono. Vedo la Pasqua che sopraggiunge inaspettata ed inattesa come la primavera. I due corrono con un passo diverso. Mi pare una bellissima immagine della chiesa. Di una chiesa che nasce nella Pasqua, sulla soglia di una tomba vuota. Nasce fin dall’inizio diversa nella sua adesione a Cristo. Eppure il discepolo dal passo veloce, arrivato alla tomba, che fa? Aspetta Pietro. Come a dirci… Corriamo… Corriamo ed aspettiamoci. Che gentilezza, che gesto fuori dal comune. Ognuno con un passo diverso, eppure insieme. Si aspettano. Vorrei essere un prete che corre con voi con la pazienza di aspettarvi, e la fiducia di essere aspettato. È una chiesa così quella che nasce verso il sepolcro. Perché è bellissimo correre verso la vita, ma sapendo che qualcuno ci aspetta. Perché non ci interessa arrivare per primi, ma credere insieme. Questa è la Pasqua!!! Entrano ed inizia l’intelligenza della fede. Che non significa aver studiato o aver fatto chissà quanti corsi di teologia. No, l’intelligenza della fede è semplicemente iniziare a “leggere dentro” i segni della vita la Sorgente della Vita. Guardare dentro le cose, dentro gli avvenimenti, per vedere! Così inizia la fede. E vide e incominciò a credere, si dice del discepolo corridore. Non ci sono parole, non c’è da convincere nessuno, ancora non hanno capito, è solo un inizio fragile. Che cosa vide? Dei teli posati ed un sudario. Ciò che potevano vedere tutti. Eppure cominciò a credere. Inizia così la Pasqua, con una tomba vuota ed un’attesa risvegliata. Con delle intuizioni, delle speranze, un saper guardare dentro e oltre dei segni così normali e così poveri. Pasqua è oltrepassare una soglia. Prima dentro poi fuori. Prima l’inverno poi la primavera. Forse non s’accorgono, ma quando escono comincia ad albeggiare. La notte sta per finire. La notte è già finita. (noi già lo sappiamo!!) Quel giardino, nel cuore della tenebra, è stato attraversato dalla vita. Ora già si vedono i primi germogli. Davanti a noi si apre il tempo della Pasqua, bellissimo. Splendido. Un tempo ancora ci è donato per rifiorire dentro. Coraggio… è Pasqua. Cristo è risorto. Risuoni il nostro alleluia, silenzioso o cantato non importa!
Corriamo al sepolcro, guardiamo, contempliamo, vediamo con gli occhi del cuore. Cristo risorto ci conduce dalle tenebre alla vita, dall’inverno alla primavera, dalla tristezza alla gioia. Sapremo correre insieme verso il sepolcro? Oseremo il coraggio di un differente passo verso la tomba vuota per poi attenderci gli uni gli altri? Coraggio… è Pasqua! Vedo piedi che corrono e strade che si illuminano! Vedo pietre rotolate e sorrisi… danze!

Vedo teli posati e germogli negli occhi. Vedo ciascuno di voi che mi aspetta! Vedo te, Gesù, oltre la soglia della mia tomba. E l’attraverso. E vedo… e credo. E se ancora dubitate fatevi un giro a Gerusalemme, in uno dei posti più brutti della cristianità, una Basilica sporca e caotica in cui prevalgono le grida dei devoti. In quella Basilica è conservata una tomba, quella tomba, straordinariamente vuota. Da millenni, migliaia di uomini e donne hanno sfidato la morte per andare a vedere quella tomba vuota. Splendidamente vuota.

Strano: di solito le persone fanno viaggi per venerare un mausoleo che custodisce le spoglie di qualche grande politico, o cantante, o uomo spirituale. I cristiani vanno a vedere una tomba vuota. E questo la dice lunga su quanto siamo anche noi un po’ fuori di testa! Perché quella tomba vuota ci dice che la morte non ha vinto… E non vince

Mai.

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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