IN SILENZIO… DIREZIONE TABOR!

trasfigurazione cristo
trasfigurazione cristo

(II dom. Quaresima – Luca 9,28-36)

Lasciato il deserto, dove abbiamo preso coscienza della forza seduttrice delle tentazioni… la liturgia ci porta in alto per tuffarci in una esperienza di luce indescrivibile!

Domenica scorsa abbiamo compreso che il deserto non è solo tentazione… digiuno… penitenza. Il deserto è anche il luogo della totale dipendenza da Dio… perché è il luogo dell’assenza di tutto! Nel deserto Israele ha sperimentato l’azione provvidente di Dio!

Da lì il popolo si muove presso la terra promessa guidati da una colonna di fuoco! Lì il popolo mangia… quando Dio gli dà la manna! Lì il popolo beve… quando Dio farà scaturire acqua dalla roccia! Nel deserto Dio basta!

“Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”(Salmo 22). Nel deserto Dio provvede! Eccoci, ora, sul  monte della Trasfigurazione, un luogo di pace e silenzio avvolto nella meravigliosa pianura di Esdralon. Sembra quasi un tabernacolo, posto in alto, vicino a Dio! Lì, il silenzio della preghiera, è interrotto solo dal vento, che solitamente soffia fuori della chiesetta, quasi  un canto interiore… il solo che si può udire.

Partiamo da qui… per regalarci un tempo di silenzio nel frastuono delle nostre città, un tempo lento nella velocità giornaliera. Un’ora, un giorno, 15 minuti… che importa. Il tempo con Dio non è misurabile, si dilata.

E anche solo un istante può profumare di eternità. Dunque, saliamo sul Tabor! È un regalo che non ti fa nessuno, te lo devi scegliere. Se ti è impossibile basta anche camera tua, il tuo balcone, la tua chiesa, il tuo parco, persino la tua piazza, purché sia sull’orlo del cielo! Mi incammino come se fossi uno dei tre… Gesù davanti a noi. Perché quei tre? Privilegiati? Stando a ciò che di loro dicono i vangeli, quei tre sono piantagrane, danno spesso dei problemi.

Saranno loro a mormorare su chi è il più grande, su chi deve sedere alla destra o alla sinistra. Forse è per questo che mi trovo a mio agio. Forse è per questo che il Signore ha acconsentito affinché potessi seguirli pure io.

Anch’io mi sento inaffidabile. Ti ho tradito così tanto Maestro! Cammino in silenzio. Su quel monte accade l’inaspettato. La luce che brilla, riempie, avvolge, riscalda, rischiara, illumina. “Il suo volto cambiò d’aspetto”… Volto di innamorato… perché è l’amore che rende belli… che fa brillare… che illumina! È  un assaggio della Risurrezione, quando il Padre mostrerà al mondo che è l’amore l’ultima parola. Quando si è innamorati, la bellezza si vede.

Tutto brilla di luce. Siamo condotti sul Tabor per fare esperienza del bello, noi che spesso siamo travolti dall’orrido! Spaventa vedere in giro tanta bruttezza! E spaventa ritrovarla proprio qui…in Italia che contiene il 70% del patrimonio artistico mondiale! Cosa sono diventate le nostre periferie… anonime e grigie! C’è da chiedersi… dove sono finiti i cromosomi di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Giotto, Dante, Raffaello… poveracci!!!

Penso proprio che da lassù si vergognino della loro discendenza! Ma oggi… al Tabor, ci viene detto che c’è una bellezza che permane perché è eterna! Sul Tabor… Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo!

Ma… e c’è un ma: dal monte però si scende… si ritorna alla quotidianità e porto con me quei momenti, chiedendomi giorno per giorno… istante per istante se sto regalando bellezza… se il mio incontro ordinario con le persone è avvolto dalla bellezza, se il mio celebrare l’eucaristia comunica bellezza. I silenzi, i canti, le processioni, gli inchini del corpo e le mani allargate, le mie labbra e il mio volto, le mie parole e le mie espressioni… comunicano bellezza?

Impariamo in questi giorni a leggere la bellezza intorno a noi… e a ruminarla, assaporarla… per poi raccontarla. Raccontarla, nella gioia di un incontro, nelle parole di un racconto, nel silenzio di uno sguardo, nel movimento di una passeggiata… oltre le ombre.

E poi… nella luce di Cristo, leggere la bellezza… anche la mia… la tua, oltre ogni ombra. Al Tabor il Padre domanda di ascoltare Gesù. Una nube li avvolse… e alla fine… alzando gli occhi… Pietro, Giacomo e Giovanni non videro nessuno, se non Gesù solo. E non è cosa da poco!

Scendo dal mio Tabor solo con te Maestro. E alla fine di questi quaranta giorni… mi ritrovo con te solo. È quello che dobbiamo desiderare! Ne avremmo fatta di strada… magari avremo anche sperimentato cadute e fallimenti. Non importa… rialziamoci sempre e camminiamo… per poter dire alla fine… ce l’ho fatta maestro… sono qui davanti a te…

 

 

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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