ALLORA ECCOMI… CI STO!
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(IV domenica di Avvento – Lc 1,26-38)
Ultimi giorni prima del Natale! Ormai ci siamo… ancora un poco e saremo tutti lì, davanti al presepe per contemplare il piccolo Gesù, il Figlio di Dio.
Oggi la liturgia ci fa puntare tutta la nostra attenzione nuovamente su Maria di Nazareth… e ritorniamo indietro di nove mesi. Siamo nel vangelo di Luca. Prima di questo brano c’è l’esperienza di Zaccaria (Lc 1,5-25) ed Elisabetta che attendevano da una vita un figlio che non è arrivato.
E quando Dio annuncia che il loro desiderio è stato soddisfatto Zaccaria si mette a ridere della cosa. E per questo diverrà muto. Il quadro della prima chiamata è ideale: siamo nella Città Santa, Gerusalemme; siamo nel tempio, la casa di Dio; si rivolge ad un sacerdote, giusto e irreprensibile, santo, da tutti stimato e conosciuto come modello di fede; siamo durante la liturgia, durante un momento di preghiera.
Inoltre Dio si rivolge con una modalità tipica, biblica, che tutti conoscevano a quel tempo: Dio annuncia a Zaccaria che una donna sterile o avanti con gli anni (sua moglie) partorirà un figlio. Era già successo per un sacco di donne di grandi personaggi (Sara, madre di Isacco; Rachele, madre di Giacobbe, ecc.).
Dio si rivolge a Zaccaria come tante altre volte aveva già fatto. Ci poteva essere una situazione più ideale di questa? Poteva Dio rivolgersi a qualcuno di migliore? E invece no! Perché il problema di quando Dio chiama è duplice: ti chiede di coinvolgerti (vuol dire mettere a disposizione la tua vita) e poi… ti chiede qualcosa di impossibile.
Perché se fosse possibile lo faresti anche senza di Lui, ovvio. Gabriele, dopo sei mesi ci riprova: va a Nazareth. Ma sapete che idea si aveva di Nazaret? la troviamo in Gv 1,46, quando Natanaele dice: “Ma da Nazaret, può mai venire qualcosa di buono?”.
Erano considerati, dei primitivi, dei rozzi e grezzi senza studio, né conoscenza, né civiltà; ed era vero perché era gente che viveva nella maggior parte in grotte, gente bellicosa per definizione. In tutta questa storia, il bello sta nel fatto che Dio prima si era rivolto ad un uomo, e visto che non ha funzionato, adesso si rivolge ad una donna. Ma come gli è venuto in mente di rivolgersi ad una donna?
Perché in quel tempo, questo era pura fantasia, follia! La donna era considerata quasi nulla… la sua testimonianza in un tribunale non era considerata. La nascita di una donna era considerata una disgrazia, una punizione lanciata da Dio contro determinati peccati e la nascita di una bambina veniva vista come un fastidio che si poteva eliminare addirittura sopprimendola. E per dire questo ci si basava sulla Bibbia: “Dio non ha mai rivolto la parola ad una donna”.
In realtà… a dire il vero, Dio si era rivolto ad una donna: Sara. Era successo così. Dio dice a Sara: “Diverrai madre”. Ma Sara è sterile e le scappa da ridere quando Dio le dice così, perché il marito era vecchio e lei pure! Allora (questo) Dio che è permaloso le dice: “Che hai fatto, hai riso?”. E lei poverina risponde: “No, no, non ho riso!”. “Ma quella bugia”, si diceva, “Dio se l’è legata ad un dito e per quella bugia non ha più rivolto la parola ad una donna”.
Per questo le donne erano ritenute bugiarde e per questo, poiché erano bugiarde per definizione, per idea biblica, non avevano il diritto di testimoniare nei processi. Quindi Dio si rivolge a chi nessuno mai avrebbe creduto possibile.
Nessuno, quindi, dica più: “Chi, io?”. Il mandato, il profeta di Dio, può essere chiunque. Nessuno dica più: “Quello lì?”. Anche di Maria dissero così! Il nome Maria, lo dicemmo all’Immacolata, ricordava la sorella di Mosè, la lebbrosa, la maledetta da Dio. È per questo che dopo quell’episodio, in tutta la Bibbia, t il nome Maria non appare più. Ed ora… quando l’angelo arriva le dice: “Ti saluto o piena di grazia… il Signore è con te” (Lc 1,28).
Talvolta penso alla mia vita e sono preso da mille dubbi e paure: può il Signore aver potuto chiamare uno come me? Maria doveva essere speciale, lo sappiamo bene, ma io… Ed eccola Maria mi viene incontro con il suo volto sempre giovane… mi guarda negli occhi e mi dice: il Signore è con te, non avere paura.
In questo nostro cammino verso la capanna, con l’obiettivo di arrivare al Natale ed accorgerci di Gesù, invece di continuare a mangiare e a bere come ai tempi di Noè, Maria ci suggerisce anzitutto questo: il Signore è con te! Sì, il Signore è con te, ti è vicino qualsiasi burrasca tu stia attraversando, oltre ogni notte.
Guardiamo a Maria in questo giorno! Attingiamo da questa sua fiducia. Abbandoniamoci fiduciosi nelle braccia di Dio. Oggi la liturgia mi dice che la storia di Maria è anche la mia e la tua storia. Ancora l’angelo è inviato nella tua casa e ti dice: non temere, il Signore è con te! Allora eccomi Signore… ci sto!