“AVANZA SEMPRE UN PO’ D’AMORE DA DONARE”
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XXX dom.t.o. – Mt 22,34-40
Amerai! Ecco la parola chiave di tutto il cristianesimo… anzi, direi, di ogni credo religioso. Un Dio che non sia amore e non chieda amore, non è Dio… è altra cosa. Il grande Agostino, affermò che se un giorno dovesse accadere che tutte le Bibbie sparse nel mondo fossero bruciate e di una sola se ne salvasse un pezzettino con scritto “Amore”… tutta la scrittura è salva. Lo abbiamo già visto domenica scorsa: i farisei cercano sempre motivi per cogliere in fallo Gesù e condannarlo… ed oggi lo fanno con una nuova domanda insidiosa: “Quale è il più grande dei comandamenti?”. Un buon ebreo avrebbe risposto, districandosi nella siepe delle norme e precetti sviluppatesi nel corso dei secoli, intorno ai dieci comandamenti (613 precetti): e invece no… alla domanda Gesù risponde citando la professione di fede degli israeliti, lo Shema Israel, la preghiera che ogni ebreo recitava al mattino e alla sera. Cosa è importante nella vita del fedele? Amare Dio con tutte le forze, con tutta l’anima, con tutta la mente. AMARE senza sosta: amare con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la tua volontà, con tutta l’anima… e se anche avverti che non ce la fai più, che sei stanco, esausto, prova ad andare oltre… per scoprire alla fine che avanza sempre un po’ d’amore da donare. Questo lo dico pensando a me… a quando mi sento stanco, quando non riesco a progettare, quando dico: questo no, è troppo, non si può fare, non ce la faccio! Amare Dio… e il prossimo! Amare Dio nel prossimo! Esiste, dunque, un comandamento “zero”… che è prima di ogni altro! Ama e lasciati amare! Gesù chiede di amare il prossimo come noi stessi: bisogna prima amare noi stessi, quindi! Ripeterci continuamente che noi siamo belli così come siamo perché siamo un capolavoro uscito dalle mani di Dio! Gesù non inventa né l’amore né il comandamento dell’amore. Dice: “Vi rendo chiara una cosa: chi ama veramente Dio, sappiatelo, ama l’uomo; e chi ama veramente l’uomo, ama Dio”. Giovanni nella sua prima lettera ricorda alla sua comunità che: “ Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse io amo Dio e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”. E Giovanni quel giorno c’era e questa risposta che Gesù diede non l’ha mai più dimenticata! L’amore è uno: se ami Dio lo si vede dai tuoi rapporti e dalle tue relazioni. Madre Teresa diceva sempre: “Mi è difficile pensare che tu possa vedere Dio in un pezzo di pane e non nel volto di tuo fratello, tua moglie, tuo figlio”. Pier Giorgio Frassati confidò ad un suo amico che gli chiedeva perché tanta attenzione e cura per i poveri ( e tutti i giorni!!!), lui che non doveva perder tempo perché era studente di ingegneria ed ormai prossimo alla laurea: “Io vedo in loro una luce che non vedo negli altri” e poi aggiungeva: “Io restituisco in loro la visita che ogni giorno Gesù Eucarestia fa al mio cuore (perché andava a messa tutti i giorni prima di recarsi al Politecnico di Torino)”. E allora chiediamoci: Cerco Gesù? Perché lo cerco? Desidero stare con Lui? Desidero, attraverso di Lui conoscere il Padre o c’è sempre qualcosa di più importante da chiedergli? Ma soprattutto lo riconosciamo nel prossimo? La liturgia, saggiamente, fa calare la Parola nel quotidiano proponendoci, nella prima lettura, una interessante serie di norme di protezione dello straniero e del povero, spesso vittime di vessazioni e ingiustizie. La fede… l’amore diventa concretezza e attenzione, come il fatto di restituire il mantello/cappa del povero pignorato per insolvenza, affinché possa proteggersi dal rigore della notte! E poi: “Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse”. Tremende queste parole… e c’è pure qualche usuraio che pensa in questa sua attività criminale, di compiere un’opera di beneficenza e misericordia! Miriamo ad una fede che si concretizza nel vissuto. Iniziamo questa settimana andando all’essenziale: l’amore ci salva, ci redime, ci restituisce alla verità e ci porta verso Dio… lì… proprio lì… nel prossimo!