AVE STRARIPANTE DI GRAZIA…
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Solennità dell’Immacolata Concezione – Lc 1,26-38
Siamo in cammino verso Betlemme ed oggi incontriamo Maria donna dell’attesa e dell’accoglienza… modello del discepolo che si prepara alla venuta del Signore. Il volo di Gabriele nel cielo della Galilea si conclude a Nazareth. Una voce melodiosa che sa di eterno saluta con parole che mai si erano udite nella storia della salvezza: “Ave, Maria, straripante di grazia: il Signore è con te”. C’era profumo di pane e di bucato in quella casa, di stoffe e di aromi mattutini, di letti da rifare e stoviglie da maneggiare… come in ogni quotidiana vita familiare.
C’era il profumo e il sospetto di una giornata qualsiasi quel mattino a Nazareth… e invece toccò a Maria, sconosciuta ragazza di periferia, sperimentare in anteprima ciò che i discepoli sperimenteranno qualche anno dopo: puoi anche sapere dove incontri Cristo ma non saprai mai dove Lui ti condurrà dopo averLo incontrato. L’unica cosa certa è che quella casa, modesta come chi vi abita, in pochi attimi diventerà troppo piccola per contenere il gaudio della promessa attesa: “sarai madre dell’Altissimo”.
La semplice ferialità e l’umiltà di quegli ambienti intrigò persino l’Eterno che la Sua donna se la scelse proprio lì: in una città poco conosciuta e mal vista… dai rioni popolari… Dai quartieri bassi, diremo… L’ha scoperta lì, Dio, in mezzo alla gente, e l’ha fatta sua.
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”: nessun Giusto aveva mai goduto di un simile saluto. È il più eclatante che sia mai stato indirizzato dal cielo alla terra: è sbalordimento completo per l’umile fidanzata del carpentiere Giuseppe. Tanto che deve intervenire direttamente il Cielo per sostenerla: “non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Tra l’altro i conti non Le tornano: “non conosco uomo. Com’è possibile?”e l’angelo prova a spiegarle… e resta in attesa. Ci sono giorni nei quali anche il Cielo attende.
Quegli attimi potevano bloccare lo scorrere dell’Eterno nel tempo. Amo pensare che appena Maria, dopo aver ascoltato, apre bocca… il Cielo trema: e alla fine… pronuncerà cinque frasi e un canto (il Magnificat). Tanto quanto basta, per aver fatto di Lei la donna più sensuale e sensata della storia. L’Angelo ha consegnato tutto il suo messaggio: nulla più è in suo potere, anche lui deve aspettare. E quelle parole, sciolgono il cuore di Dio… la promessa si compie… e al cielo salgono le suppliche angosciate di un mondo che attendeva quest’ora da millenni.
È la resa di Maria… l’esatto opposto della rassegnazione: chi si rassegna decide di morire, chi si arrende a Lui diventa Cielo. “Eccomi, sono la serva del Signore. Sia fatto di me secondo la tua parola”. È lei personalmente a scegliere, in autonomia e pronuncia quel “sì” così coraggioso che la proietta nei disegni grandiosi di Dio. Non era scontato quel si… ma nulla fu più materno di quel cenno di capo di una sconosciuta ragazza di Periferia. L’angelo Gabriele entrò da lei… ed è bellissimo!
È bello pensare che Dio ti sfiora, ti tocca nella tua vita quotidiana… nella tua casa. Lo fa in un giorno di festa e nel tempo delle lacrime. Stupore… ecco cosa si dovrebbe dipingere sul volto di Maria. Perché il Cristo è suo Figlio… il suo bambino è carne della sua carne e sangue delle sue viscere. Lo porterà in grembo per nove mesi… gli offrirà il seno, e il suo latte diventerà il sangue di Dio. Lo stringerà tra le braccia e dirà: “bambino mio”, come solo una madre sa fare. Eppure “lì c’è Dio”… e lei lo sa… gli è stato detto.
Quante volte, nel silenzio dei suoi pensieri, avrà guardato quel figlio e avrà pensato: “questo Dio è mio Figlio. Questa carne divina è mia carne. È fatto di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la forma della mia, mi assomiglia. È Dio che mi assomiglia”. Nessuna donna ha potuto avere il suo Dio per sé sola, un Dio bambino che si può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che ride. E il giorno dopo? Maria, riprese il lavoro quotidiano.
Si intrufolò nella fila delle donne che andavano alla fontana, senza che alcun cenno lasciasse supporre alle compagne che nel suo seno stava tessendo l’Infinito. Fra poco l’attenderà la sua prima processione… la prima missione: direzione Ein Karem, al civico di Zaccaria ed Elisabetta. Perché quando apri la tua porta a Dio non avrai più nessuna casa… Solo Lui… e Lui presente negli altri.
La storia di Maria è anche la mia e la tua storia. Ancora l’angelo è inviato nella tua casa e ti dice: rallegrati, sei pieno di grazia! Dio è dentro di te e ti colma la vita di vita.