COME VORREI CHE VOI FOSTE!

umiltà 1
umiltà 1

(XXII dom t.o. Sir 3,19-21.30-31; Lc 14,1.7-14)

 Ricorderete che domenica scorsa Gesù ci invitava a sforzarsi di passare dalla porta stretta.

Oggi abbiamo un esempio di cosa significhi passare da quella porta, perché il Signore affronta un tema proprio alla fine dell’estate che ci obbliga a restringerci un po’: è il tema dell’apparire a tutti i costi che è agli antipodi dell’umiltà evangelica!

Insomma qualcosa di veramente indigesto… una correzione forte che il Signore fa a me…a tutti voi…alla chiesa… al mondo. All’inizio dell’estate, il Signore Gesù chiese a noi suoi discepoli: “la gente chi dice che io sia?

E voi, chi dite che io sia”… cioè: “Io per te chi sono… quale posto occupo nella tua vita?”. E poi, da li in avanti, praticamente per tutta l’estate, ci ha detto: “Adesso vi dico chi sono… e chi è il discepolo per me… come vorrei che voi foste!”.

Non che abbia preteso ed anche oggi continui a pretendere chissà quale sforzo… fatica. No! Egli ci chiede di lasciarci fare… come Maria. E arriviamo al vangelo di oggi: Gesù nota una cosa che già allora succedeva e cioè che se si è invitati ad un pranzo importante, un pochettino ci viene da metterci in mostra e magari poter poi raccontare a parenti e amici, “sai sono stato seduto accanto a quell’attore/attrice… a quel giocatore…o a quel ministro… o a quel cardinale”.

Ecco Gesù dice… attento… un po’ di buon senso, lascia stare i posti vip, si sa mai che è riservato e poi fai una brutta figura se ti chiedono di alzarti! Dunque semplicemente buon senso! Ma… e c’è un ma… Gesù detto questo, ne approfitta e trae un insegnamento profondo. Attenti a prendere o pretendere o desiderare i primi posti! Non spintonate per farvi vedere! Occupate sempre gli ultimi posti! Il mondo in cui viviamo, in generale, è un mondo in cui si spinge per… si spingere per sentirsi i migliori, per essere notati, per prendere un posto di lavoro migliore, per avere una visibilità… uno dei limiti dei media è proprio quello di veicolare il messaggio “se non appari non esisti”.

E così c’è gente che è disposta a far di tutto pur di farsi vedere! Pensiamo al mondo degli adolescenti e le bravate filmate col telefonino… e pensiamo ai grandi Talk show, dal grande fratello in giù. Sei quel che appari, insomma!

Vali se ti si nota, sopravvivi se finisci in qualche metro di pellicola come comparsa di uno dei talk show di successo. Il dramma è che qualcuno ci crede, che pensa che sia quella la strada, che l’origine della propria insoddisfazione consiste nell’invisibilità.

Ma, grazie a Dio, Gesù ci dona un messaggio opposto: non hai bisogno di mostrarti, di apparire, tu vali! Questo è il messaggio della Scrittura, sei prezioso agli occhi di Dio. Non importa il tuo limite, né la misura della tua paura.

Non importa cosa gli altri pensano di te: tu sei prezioso agli occhi di Dio. Tu vali, anche se non vincerai mai nessuna medaglia d’oro. Il Siracide in questa domenica ci dice: “tu resta nell’umiltà… anzi quanta più responsabilità hai, tanta più umiltà devi avere!”.

Umiltà che non è una specie di mortificazione perenne…uno stare nascosto, vestito male, trascurato, trasandato… questa non è umiltà: è sciattezza!!! Umiltà è una parola bellissima che deriva da “umus” cioè dalla terra.

E la terra è di per se feconda. Allora umiltà porta in se due concetti: 1. da una parte umiltà = concretezza; cioè piedi a terra… non montarsi la testa! 2. dall’altra la fecondità. Dunque possiamo dire che l’umiltà è l’atteggiamento di sano realismo che produce frutto.

Dire allora “io non valgo niente”, non è realistico… così come dire o pensare “io sono il migliore”, non è realistico! L’umiltà è la consapevolezza del limite, non per buttarmi giù, ma per aprire il cuore al di più! Questo discorso deve essere declinato anche nella Chiesa.

A volte, ci sono atteggiamenti di spintonatura anche qui… e non parliamo solo dei titoli onorifici, che li lasciamo a chi piace e che forse col vangelo hanno poco a che fare! Pensiamo anche più semplicemente come talvolta nelle parrocchie ci si adopera se hai visibilità… responsabilità!

Finito l’incarico… non sei più al servizio, ti sottrai ad esso… Non abbiamo bisogno di metterci ai primi posti! Solo l’umiltà rende le persone speciali! Solo Dio conta, solo la presenza del Maestro resta il centro della nostra vita.

A Lui offriamo la nostra vita e il niente che siamo, perché Lui solo basta!

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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