CON MARIA… MI ILLUMINO DI IMMENSO
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(Immacolata Concezione)
Oggi la Chiesa gioisce e canta. Canta una speranza… una speranza ella che ha un nome: Miriám, Maria! Ha un nome che prima dei tempi… nel buio della storia… nel segreto dell’amore, Dio aveva già pronunciato.
Questo nome oggi noi gridiamo: Immacolata Concezione! Questo nome dolcissimo… raggio di sole che annuncia il giorno senza tramonto, riguarda Maria, riguarda la Chiesa e, in terza battuta, riguarda tutti noi. “Immacolata Concezione” significa “mattino della storia”, significa “m’illumino d’immenso”. E dunque eccoci un brano evangelico denso (quello dell’ Annunciazione), di una ricchezza sorprendente. Siamo nel vangelo di Lc.
Prima di questo brano c’è l’episodio di Zaccaria (Lc 1,5-25). Zaccaria ed Elisabetta non hanno figli, li vogliono, e poi… quando Dio annuncia loro che il loro sogno si realizzerà… Zaccaria si mette a ridere! Non crede il sacerdote Zaccaria e per questo resterà muto! Una punizione??? No… un segno piuttosto. La consuetudine era infatti, che il sacerdote di turno a bruciare l’incenso nel Santuario del Tempio, terminata la sua azione, usciva e parlava al popolo.
Di cosa? Di Dio! Ma li dentro, quel giorno, Dio aveva veramente parlato… ma Zaccaria non credette… e dunque non aveva nulla da dire… non poteva più parlare… il suo sacerdozio non aveva senso… e rimase muto!
Sei mesi dopo Gabriele ci riprova… E da chi va? Va da Maria (Lc 1,27). Per noi oggi Maria è un nome dolcissimo ma non lo era affatto per quelli del suo tempo. Infatti se prendiamo la Bibbia e cerchiamo questo nome, scopriamo un’unica Maria: è la sorella di Mosè, donna ambiziosa, rivale del fratello, che ha cercato di fargli le scarpe e per questo sarà maledetta da Dio con la lebbra. Quando poi, la povera Maria muore e le vogliono fare il funerale, Dio stesso interviene dicendo: perché state a piangere per una vecchia! Quindi il nome Maria rappresenta la lebbrosa, la maledetta da Dio.
È per questo che dopo quell’episodio, in tutta la Bibbia, troveremo Ester, Ruth, Giuditta, tutti i nomi che volete, ma Maria non appare più. È un po’ come il nome Giuda: nessun genitore lo metterebbe al proprio figlio. Passeranno secoli… ed eccoci alla nuova Maria… donna per niente ambiziosa… e piena della grazia di Dio. Quando l’angelo arriva le dice infatti: “Ti saluto o piena di grazia” (Lc 1,28).
Piena di grazia, kecharitomenne, che cosa vuol dire? Quando si parla di Maria spesso si parla dei suoi meriti. Ma “piena di grazia” indica l’azione di Dio, non i meriti di Maria. Maria è niente ma Dio la ama. “Piena di grazia” è ciò che Dio fa per l’uomo. Per la religione l’amore di Dio va meritato: ce l’hai se sei santo e puro… bravo e in regola. Ma per la fede, per il vangelo, l’amore di Dio va accolto.
Per averlo basta dire: “Sì”. Mai Dio si era rivolto ad una donna. Maria è sconvolta perché mai avrebbe pensato… era davvero impensabile, che Dio potesse rivolgersi a lei. Chi vuole Dio? I preti? Le suore? Gli altri?
No. Dio vuole te… non va in cerca di titoli o referenze Lui! Dio non ha nessun altro che te. A noi rispondere… Dio attende… come per Maria! La fede non è sapere a cosa si dice “sì”: questa è la certezza… questo è il nostro bisogno mentale di sapere… di essere sicuri, di avere tutto sotto controllo, di non correre rischi.
La fede è: “Sì”. Non importa cosa, ma “sì”. Maria con la sua esperienza ci insegna che Dio vuole me, nient’altro che me, così come io sono. Il resto sono scuse per chi non ha fede!