“DIO NON PUNISCE… AMA!”

omelia
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(IV domenica di Quaresima Gv 3,14-21)

Siamo in cammino… è la bellezza di questo tempo liturgico che dal deserto ci ha condotti al Tabor… e poi, domenica scorsa, una puntatina… (anche se una puntatina proprio non è stata!!!) al tempio… per fare un po’ di pulizia!
E scopriamo così che abbiamo bisogno di capire… di verificare se il Dio in cui riponiamo la nostra fiducia è il Dio che Gesù è venuto a raccontare oppure è un Dio diverso! Domenica scorsa siamo stati invitati a capire se il nostro rapporto con Dio è il rapporto con un Padre pieno di ogni misericordia o con un despota con cui mercanteggiare.
Cosa vuole Dio? Cosa pensa di me… per me?
Quante volte mi sono sentito dire: “Don Mario, cosa ho fatto di male per meritarmi questo?”. Quanti tra voi hanno avuto l’impressione, nella vita, che Dio fosse indifferente o, che addirittura vi “punisse” inviando sulla terra una qualche disgrazia… una sofferenza… una malattia… un lutto!
Ma è davvero così? Dio ci punisce se trasgrediamo ad una sua regola?
Gesù, oggi, dice: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio… non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi”. Gesù ci parla di un Padre che ama talmente l’umanità da mandare il suo Figlio a salvarci… ci svela un Dio che desidera profondamente mettere in opera tutto il possibile per farci passare dalle tenebre alla luce.
Accennando all’oscuro episodio dell’Esodo, in cui gli israeliti morsicati dai serpenti guarivano guardando un serpente di bronzo fatto fondere da Mosé e innalzato su un palo, Gesù intuisce che la sua storia potrebbe concludersi tragicamente e l’ultimo segno, “la croce”, potrebbe diventare la definitiva testimonianza dell’amore di Dio per noi. La croce che ormai si staglia all’orizzonte del nostro percorso quaresimale, è la misura dell’amore di Dio.
Per scoprire questo sentiero di luce, ci dice il Maestro, dobbiamo fare verità dentro di noi… cercarla, questa verità, e viverla con semplicità. Non è facile essere cristiani, né diventare uomini: il Signore ci incoraggia e ci sostiene in questo cammino ricordandoci, come dice san Paolo, che la salvezza è gratis, che non è da conquistare o da meritare ma da accogliere e da vivere con gioia. Ma, qualcuno obbietterà, se sembra tutto così ovvio e semplice, perché tanto dolore, perché tanta sofferenza?
La Parola di Dio è disarmante, nella sua semplicità: se ignoriamo la luce, se pensiamo di sapere noi quale strada percorrere se, in una parola, ci sostituiamo elegantemente a Dio, la nostra felicità è a rischio. Dio non ci punisce… vuole il bene ma, paradossalmente, anche Dio fa quel che può.
Siamo creati per amore, quindi liberi (nessuno può costringere una persona che ama a riamarlo!) e possiamo drammaticamente altamente infischiarcene di Dio… e “così facendo” correre il rischio di perderci nelle tenebre. Nel sottile e leggero gioco dell’amore ci è chiesto di spalancare il cuore con umiltà, di cercare la sua volontà nella nostra vita. Là dove siamo, nelle cose che facciamo, lasciamo trasparire che seguiamo seriamente Gesù… e non a chiacchiere.
Se Dio vuole con tutte le sue forze colmare i nostri cuori, lasciamolo fare, costi quel che costi. Con un briciolo di speranza e tanta passione nel cuore rovesceremo il mondo. Il cristiano autentico è sempre un sovversivo, uno che va contro corrente non per posa ma per convinzione. “Rompete le scatole” – raccomandava don Pino Puglisi ai bambini di Brancaccio – e lo farai a testa alta se sarai nella Verità.
Concludo con quel versetto che abbiamo ascoltato nel Vangelo odierno: “Dio ha tanto amato…” e noi come Lui ci impegniamo non per salvare il mondo, l’ha già salvato Lui, ma per amarlo; ci impegniamo non per convertire le persone, ma per amarle. Se non per sempre, almeno per oggi; se non tanto, almeno un po’. E faremo così… perché così fa Dio.

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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