“Dio vede al di la’ della zizzania…”

XVI DOMENICA T O
XVI DOMENICA T O

XVI DOMENICA T.O. – Mt 13,24-43

Continua a parlare in parabole, il maestro… a prendere esempio dalla vita concreta per rivelare i misteri del regno di Dio. Domenica scorsa “il seminatore uscì”… gettando manciate di seme oltre il campo… anche nei sassi, nelle spine… nella terra bassa perché è un sognatore che vede vita e futuro ovunque… che getta il seme in abbondanza, senza timore di spreco, senza preoccupazione di dove il seme va a finire.

Oggi è ancora qui, Dio, a seminare. E lo fa con un buon seme. “Il regno dei cieli è simile ad un uomo che ha seminato del buon seme”. La parabola che abbiamo ascoltato, racconta due modi di guardare: i servi vedono soprattutto le erbacce, il negativo, il pericolo; Il Padrone, invece, fissa il suo sguardo sul buon grano… la zizzania è secondaria! C’è un seme buono dentro ognuno di noi. Dio semina, sparge… e non opera differenze: buon seme su tutti i terreni!

C’è del buono in me… in voi! C’è del buono. Perché così è stato creato il mondo. Dobbiamo conquistare lo sguardo positivo di Dio innanzitutto verso noi stessi: io non sono le mie debolezze, ma le mie maturazioni; io non sono creato a immagine del nemico e della sua notte, ma a immagine del Creatore e del suo giorno. Nessun uomo coincide con il suo peccato o con le sue ombre. Ma se non vedo la luce in me, non la vedrò in nessuno.

Davanti a Dio una spiga di buon grano conta più di tutta la zizzania del campo, il bene è più importante del male, il peso del bene è superiore… il bene vale di più! E la spiga di domani, il bene possibile… è più importante del male presente… del peccato di ieri. Il male non estirpa il bene della tua vita, anzi, è il bene che strappa il male. Non sarebbe bello se riuscissi anzitutto ad accorgermi di questo buon seme gettato nelle pieghe della mia vita?

Non è vero che convertirsi significa togliere la zizzania da me: non è così che Dio agisce. No, dentro il cuore continuano a convivere luci ed ombre. Sono discepolo di Gesù quando non indugio tutta la mia vita sulla zizzania… no! Da oggi mi viene chiesto di pensare al seme buono… di guardare al seme buono prima che alla zizzania. Penso a Gesù che girando in lungo e in largo, di gente con la zizzania ne ha vista tanta, eppure ad ogni uomo, si è avvicinato con lo stile della misericordia. Gesù non chiede mai di estirpare la zizzania come primo gesto. Prima incontra gli uomini, li ama, tira fuori il buon seme che c’è in loro. Ed è così che inizia il cammino della conversione.

Dio è un seminatore paziente, perché ogni buon contadino spargendo la semente semina sempre pazienza e fiducia. In ogni situazione di vita, scegliamo la via di Dio, scegliamo di guardare al bene e non al male. Nutriamo dentro di noi questo stile di approccio. Nelle nostre comunità parrocchiali, nell’intera chiesa, osiamo guardare al bello! Non passiamo la vita a lamentarci che il mondo è cambiato, che la chiesa dovrebbe essere diversa, che la nostra parrocchia ha un prete che non va bene, che il nostro direttore è un… è proprio così che cresce la zizzania, quando guardiamo troppo ad essa! Mi auguro che nessuno voglia morire di lamentele!

Il regno di Dio cresce nel mio piccolo sguardo, nel mio piccolo cambiamento. Gesù ci ricorda che nel piccolo granello di senape c’è la potenzialità di un albero. Dentro di noi c’è la dimora di Dio: facciamola crescere, con fiducia! Non c’è altra strada. Una misura piccolissima di lievito basta a far lievitare tantissima pasta. Il lievito mi parla di Dio: agisce senza farsi vedere. C’è, ma non si vede. Opera totalmente mischiato alla farina.

Ha scelto questa strada Dio: essere in me, mischiandosi totalmente a ciò che sono io. Voglio ricordarmelo ogni mattina quando mi alzo: dentro di me c’è il lievito del regno di Dio… c’è seme buono… c’è un piccolo granello di senape che attende di crescere!

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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