È LUI… NON IO!

battista agnello
battista agnello

 (II dom. t.o. – Gv 1, 29-34)

Siamo ancora alle prese con il Battista… lui che si era preparato tutta una vita per quel momento… viene spiazzato da Dio! Ha faticato a riconoscerlo, mischiato fra la folla dei penitenti: mai si sarebbe aspettato di vederlo in mezzo ai peccatori.

E invece… È turbato Giovanni, e tuttavia comincia a cogliere l’assoluto, l’inatteso, l’inaudito di Dio. Il brano evangelico di stamane è preceduto dalla testimonianza che Giovanni fa del Battista: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce”. il Battezzatore, dunque, è presentato come il “testimone”… il primo di una lunga serie.

Giovanni non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. Ciò che conta è che io… voi rendiamo testimonianza alla luce: non ai comandi, non ai castighi, ma alla luce di un Dio che si fa tenerezza per noi. Lo vede passare accanto a sé e lo indica ai suoi due discepoli, Giovanni e Andrea: “Ecco, è lui l’agnello”. Questo è un profeta: testimone della luce. C’è una primogenitura della luce, nella Bibbia e nell’uomo: “in principio Dio disse: sia la luce”.

Il mondo non poggia sul male o sul peccato, non si regge neppure su di un moralismo rigoroso e sterile, ma sulla primogenitura del bene che discende dal cuore di luce di Dio. Chi è veramente mandato da Dio, non lo sbandiererà mai ai quattro venti, ma lo dimostrerà con la propria vita, come un vero e autentico testimone. Proprio come quell’uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Stamane il battista ci insegna che per riconoscerlo non basta guardare, occorre fissare lo sguardo, fermarsi lungamente su Gesù. Ci ricorda con forza che se abbiamo incontrato Cristo nella vita, non superficialmente, ma con forza e verità… se egli ha segnato la nostra vita, c’è sempre un qualche battista che ce lo ha indicato.

Se siamo discepoli, amici di Gesù… qualcuno ci ha parlato di Lui… qualcuno che già era discepolo! Poi sta a noi seguire, scegliere, divenire discepoli. Ma la fede si comunica così: da bocca a orecchio, da vita a vita, da cuore a cuore, da passione a passione… Se qualcuno conoscerà Gesù, sarà attraverso la nostra esperienza, la nostra luce interiore. L’ho già detto tante volte… siamo tutti pecore e pastori… ma il vero pastore conduce al Pastore. Il vero profeta è talmente libero da sé da legare al Cristo. Giovanni Battista rifiuta di essere al centro dell’attenzione, accetta volentieri di sparire per nascondersi dietro quella Parola cui egli ha prestato solo la voce.

E, così, primi fra moltissimi lungo la storia, Giovanni e Andrea seguono l’agnello. Il Battista è l’uomo dei desideri… il desiderio che si fa attesa e visione: “Eccolo… è lui l’agnello di Dio”… e la sua testimonianza è di una tale luce da spingere i suoi discepoli a seguire Gesù! La provocazione di Giovanni riguarda oggi anche le nostre comunità, costantemente tentate di regredire nella placida indifferenza, in cui si annacqua la forza del Vangelo.

C’è ancora posto per l’attesa di Gesù nella nostra vita? Giovanni Battista, uomo dell’Antico Testamento,viene a dirci in questa domenica, che ancora oggi Gesù sta in mezzo a noi (nelle nostre Messe, nelle nostre Chiese semivuote, nei malati che attendono un conforto, nei poveri che chiedono aiuto, nei giovani che chiedono valori e coerenza dagli adulti, nei disperati della terra che invocano pace e giustizia…) e noi non lo conosciamo, né conosciamo la sua salvezza. Giovanni Battista, ultimo dei profeti, ci invita a ritrovare il desiderio di Dio, il desiderio della sua salvezza.

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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