È NOTTE…
Giovedì santo 2020
In questo Santo giovedì vogliamo entrare anche noi in quella sala al piano superiore e vedere Gesù. Pensarlo lì con i suoi a vivere la Pasqua di Israele. Lo vediamo seduto a tavola a dividere il pane, a passare il calice… a pregare.
E poi eccolo alzarsi… prendere un asciugatoi, cingersi la vita… inginocchiarsi e lavare i piedi. I suoi gesti… il suo silenzio. È quello che Dio farà per te! Dio non ti da uno spicciolo, non gioca al risparmio con te ma ti offre tutto quello che ha.
Si fa tuo servo… ci dona il suo figlio che ora si fa servo e accetta poi di morire per noi! E allora… rientriamo un attimo in noi stessi e diciamo: forse non ho capito niente fino ad oggi del vangelo e dell’essere cristiano. Forse devo rimodulare la mia vita. Forse c’è bisogno che io torni a prendere un sogno di santità. Mi fermo un attimo e chiedo questa grazia di convertirmi. Se questo vangelo è per me… non posso essere indifferente.
Mi salgono le lacrime, mi viene la commozione, hai la percezione di aver sbagliato tutto… ma anche la gioia di sapere anche che “da ora in poi”… da questa Pasqua che si profila così strana, forse può cominciare una vita nuova per me. Farsi servo… rimodulare la mia vita nel servizio… nel dono… nell’inginocchiarmi ai piedi del fratello. È notte a Gerusalemme. Non è una notte qualsiasi. È notte di servizio e tradimento.
È la notte dell’amore e dell’amicizia tradita. E Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il Pane, lo spezzò, lo diede ai suoi e lega qui la sua presenza. Nell’abisso del male è amore che si spezza e si consegna per dire a qualcuno che gli vuoi bene sul serio, che alla fine, il modo migliore è tacere e consegnarsi.
Mentre l’uomo barcolla nelle tenebre, ama assecondare il peccato, lo sbaglio, la morte lui si fa perdono offerto in modo incondizionato, si fa abbraccio che segna il passo della nuova Alleanza in cui ti riscopri figlio amato.
Questa è la rivelazione di Dio. Non c’è nulla di più da aggiungere. Il nostro non è il Dio del giudizio tremendo e implacabile… non il Dio feroce che dispensa sofferenze e pandemie. È il Dio arreso … che si fa servo… che si offre e non chiede nulla.
È il Dio che a braccia spalancate ama ed è persuaso che solo l’amore attrae, avvince, cambia l’uomo! E noi Chiesa questa sera riascoltiamo queste parole che scavalcano nel rito l’abisso del tempo e fanno presente qui e ora il Signore Gesù. Non possiamo farne a meno… sono il segno e il sigillo che Lui è con noi sempre… in ogni sera della nostra vita… nelle notti del nostro cuore! In questa notte… madre di tutte le notti… quest’anno notte più che mai, Gesù si spezza per noi… si consegna per noi… per ricordarci che noi valiamo la sua stessa vita. E così possiamo ricominciare daccapo. Stasera tutto è azzerato… si ricomincia da qui!
Siamo chiamati a ripartire dalla scuola dell’Eucaristia, a lasciarci definire da ciò che celebriamo. Cristo come cuore, centro di tutto.
Ripartire da qui, per essere anche noi per gli altri: pane spezzato… mani che servono!