E SE ROVESCIAMO IL SONDAGGIO?

credibile pensare coerenza
credibile pensare coerenza

(XXI dom. T.O. – Mt 16, 13-20)

Cosa dice la gente di me?

È la domanda che il maestro rivolge ai suoi. Le risposte sono variegate, perché diverso è l’approccio con Lui.

Lo seguono per curiosità, per ascoltare parole nuove, per assistere ai suoi miracoli, perché vedono in lui un profeta rientrato all’opera… e giù con le ipotesi.

Pietro invece fa centro. Ancora una volta si erge a primo della classe, dando una risposta teologicamente perfetta, tanto da meritarsi la parola “Beato!”.

Ok… tutto perfetto… ma non basta.

Mi faccio e faccio a voi la domanda: Io chi dico che lui è? Chi è Gesù per me? Tento una risposta da catechismo? O una risposta di “addetto ai lavori?”.

Mi fermo e penso a chi può darmi aiuto in questo.

E ritrovo San Francesco: “Mio Dio e mio tutto”. E ancora prima, Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”. Madre Teresa “Signore, tu sei la vita che voglio vivere .La luce che voglio riflettere. Il cammino che conduce al Padre. L’amore che voglio amare.

La gioia che voglio condividere e seminare attorno a me. Gesù, tu sei tutto per me, senza Te non posso nulla”. Il rischio è che posso parlare di Lui, magari anche tanto bene e non averlo mai incontrato! La mia fede può impantanarsi nell’ambiguità perenne di colui che si dice cristiano (di Cristo) e poi nella vita concreta smentire tutto.

Come prete, poi, posso parlare ogni giorno di Gesù Cristo… e non essere schiodato dalla mia comoda vita neanche di un millimetro… confondendomi negli agi e nelle mode della vita senza essere segno di contraddizione!

E allora voglio rovesciare il sondaggio lanciato dal maestro e chiedere: “La gente che cosa dice siano i cristiani?”. Mi imbatto spesso in risposte del tipo: “io sono cristiano ma non praticante!” oppure “Tutti nella nostra famiglia siamo praticanti”.

Praticante… sembra essere questa la parola magica per dare il riconoscimento doc (denominazione di origine controllata), garanzia e patentino per abilitazione al discepolato!

Domanda allora: Praticante di cosa? Pratiche religiose, sacramenti, Messa, devozioni sparse?

Ah, ok? Così si è cristiani? Facile allora dai! Ritorno alla domanda: La gente cosa dice dei cristiani? Cosa di ce di me prete cattolico… di voi che leggete? Praticanti? Va bene pure, se non intendiamo in modo restrittivo quanto già accennato! Praticante del messaggio evangelico? Allora si… sono cristiano quando pratico la giustizia, la riconciliazione, la pace, l’accoglienza, la misericordia.

Sono praticante quando vedo nell’uomo che ha fame, sete, nudo, ammalato, carcerato e forestiero, la carne sofferente di Cristo e me ne prendo cura. Sono praticante quando sono aperto all’ospitalità, alla fraternità universale, alla condivisione dei beni, al rispetto degli altri, all’onestà nel lavoro e negli affari.

Solo in questo senso ampio, l’affermazione “sono/non sono praticante” va bene. Negli atti degli Apostoli si legge che: “Ad Antiochia per la prima volta, i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani” (At 11,26)… per la prima volta! E noi spesso ci illudiamo di aver guadagnato il titolo di “cristiano” una volta per sempre e dunque non può essere più messo in discussione! Quasi un diploma appeso alla parete che attesta che abbiamo superato gli esami.

E invece no… il titolo di “cristiano” dobbiamo guadagnarcelo giorno per giorno… come fosse sempre “la prima volta”. E lasciamo che siano gli altri ad accorgersi di noi, attraverso il nostro parlare, il nostro modo di affrontare la vita con tutte le sue difficoltà.

Lasciamo che gli altri “sospettino di noi”. Non è una nota nel registro dei Battesimi a certificare il nostro discepolato. È la nostra vita letta dagli altri a fare di noi i discepoli di Gesù! In questo campo non è consentito vivere di rendita.

Chissà se qualcuno, oggi, vedendoci agire in un certo modo (fuori da questo edificio, si intende) sarà indotto ad indagare e magari chiedersi: “vuoi vedere che quello è un cristiano?”

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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