“ENTRARE NEL SILENZIO… RIEMPIRCI DI SILENZIO”

prima domenica quaresima anno liturgico 2021
prima domenica quaresima anno liturgico 2021

(I dom. Quaresima – Lc 4,1-13)

Quaranta passi per salire in alto… per trovare il tono giusto per ripartire!

Luca ci racconta che quello stesso Spirito che discese su Gesù nel battesimo al Giordano ora lo muove verso il deserto: Gesù va a pregare e a digiunare. Ecco ciò di cui l’uomo di oggi ha veramente bisogno… bisogno di deserto e di digiuno.

Deserto come assenza di voci, di immagini, distacco dalle vicende. Solo a solo con se stesso e con Dio. Deserto: fonte di pace, di salute dello spirito… di assenza del superfluo. Solo così capiremo che senza una sosta… un po’ di deserto, rischiamo di divenire zimbelli della pubblicità, della moda, del parere altrui!

Ultimamente incontro tante persone che sono seriamente alla ricerca di qualcosa… qualcuno che sia in grado di dare un senso alla loro vita. Capita anche a me e presumo anche a voi! Non è così la nostra vita? Non siamo mendicanti di un tempo che sia riempito di qualcosa di vero, di qualcuno che ci dia certezza, serenità, pace? Succede, in certi periodi, di arrivare a fine giornata e dirsi, in modo un po’ sconsolato o magari arrabbiato: “un’altra giornata persa!”.

Forse perché intuiamo che talvolta il tempo ci sfugge di mano o forse perché riempiamo questo tempo… le nostre giornate, di tanta banalità… di tanti surrogati… di tante azioni vuote e senza senso divenendo dei trainati dalla vita, più che protagonisti di essa! Ecco perché è necessario amare la quaresima: perché questa è un’opportunità che ci è donata per fermarci e chiederci seriamente cosa ho fatto fino ad ora? Dove sto andando… cosa desidero veramente?

Allora ecco per noi 40 giorni… 40 passi verso la vita… la nostra vita! Il numero quaranta nella Bibbia ricorre molto spesso: i quarant’anni nel deserto, i quaranta giorni del diluvio, i quaranta giorni di Mosè sul Sinai, i quarant’anni di regno di Saul, Davide e Salomone, i quaranta giorni di Elia sulla montagna… insomma un numero che ci racconta di cambiamenti, di percorsi, di cammini, di passaggi… Siamo invitati a camminare, a metterci in cammino se magari ci siamo un po’ seduti.

La Pasqua significa proprio questo, no? Passaggio… dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla libertà, dalla solitudine alla comunione, dalla stanchezza alla danza! Il deserto va costruito… va pensato… va ricercato come si ricerca un sentiero segreto per giungere a trovare il tesoro. Ecco allora un primo passo da poter compiere nei prossimi giorni: fuggire questa settimana i rumori, il baccano, la voce alta, i litigi… per tuffarci nell’oceano del silenzio ed ascoltare la voce del Signore.

Troviamoci dei tempi di silenzio… personali… in solitudine… ed essi cominceranno a ridare senso al nostro tempo. Perché le nostre parole non siano chiacchiere, perché i nostri dialoghi non si trasformino in litigi… regaliamoci attimi di silenzio. Entra nel silenzio, ama il silenzio, riempiti di silenzio. Sicuramente qualcosa si metterà di traverso, per non farci arrivare alla meta. Dovremo combattere non poco… questo luogo è pieno di insidie… bisognerà fare molta attenzione a non inciampare in questi ostacoli, a non scoraggiarci subito… Cosa sono questi ostacoli… questi trucchi congegnati per non farci arrivare a scoprire il passaggio segreto? Il vangelo le chiama tentazioni: ecco le insidie!

Ma attenzione… Luca termina quest’oggi il suo racconto con parole cariche di significato: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”. Nella vita la prova c’è e ritornerà più volte.

Sarebbe bello dire: “Questa cosa l’ho affrontata, sono a posto”. E, invece, a livelli sempre più diversi, saremo messi alla prova. Ed è bene che sia così perché ogni prova, superata, ci radica sempre di più in Dio. La più grande tentazione è quella di fuggire la tentazione, di evitarci ciò che è difficile.

Sembra una soluzione ma non lo è. E invece, il deserto non lo si può evitare: bisogna rimanerci dentro tutto il tempo che serve. Ma come il vento scuote l’albero non per farlo cadere ma per radicarlo ancor di più nel terreno così la prova non “ci fa male” per farci soffrire ma per radicarci ancor di più dentro di noi, nel mistero della vita e di Dio. Coraggio… c’è un deserto da attraversare… Buona strada a tutti!

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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