“Fuori c’è un mondo in attesa…”

undicesima domenica tempo ordinario
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XI DOMENICA T.O. – Mt 9,36-10,8

“Gesù percorreva città e villaggi”… ed osservava il cielo e gli uccelli, il mare di Galilea e i suoi pesci. Pescatori intenti alle reti e pastori guidare i loro greggi. I gigli dei campi, le viti e i vignaioli. Tutto è descritto nel suo parlare.

Ed oggi… sembra quasi che i suoi occhi siano fissi sulle folle per le quali ha compassione.  Vede la gente smarrita… come pecore senza il loro pastore. Chiama a se i dodici, e li invia.  “La messe è abbondante”… “Andate!”. Tutti… insieme,  siamo mandati in un campo che è più grande di quello che pensiamo o immaginiamo. Missione per tutti… non per qualcuno. È la chiesa che esce, per dare seguito al suo mandato missionario.

Esce per non restare ad ammuffire nelle sacrestie. Esce perché fuori c’è un mondo in attesa. Attesa di un ascolto, di una stretta di mano, di un saluto, di una parola buona, di un abbraccio. Siamo mandati a vivere qualcosa di estremamente più grande di noi, e questo porta a due necessità: pregare cioè portare nella preghiera la missione, le persone, le nostre relazioni; e avere fiducia… Dio ci dona a questo coraggio… a questa audacia di uscire da noi stessi, dai nostri comodi e sicuri ambienti, dove è facile dirci suoi discepoli, e ci spinge ad andare… andare. È l’invito donatoci al termine di ogni Eucarestia celebrata: “andate… andate… adesso inizia la messa…”… “ite missa est”… “andate è la messa!!!”.

Ogni Eucarestia celebrata è per uscire, non per restare! Noi dobbiamo portare il vangelo e Gesù Cristo li dove è venuto per restarvi: per le strade, fra la gente, nella vita comune. Lo dico con una battuta: “penso proprio che ogni tanto Gesù si stufi di stare nel tabernacolo!”… non si è fatto uomo per stare nei tabernacoli. Non ha passato la vita stando nelle sinagoghe, ne solo in ginocchio a pregare. “E dite: il regno dei cieli è vicino a voi”… Dio è con voi… è con te che non trovi più un senso alla tua vita… è con te che piangi, che ti disperi… è con te che sei offeso nella tua dignità, nel tuo amore… è con te… in ogni evento bello e meno bello della tua vita! Lo ripeto: Gesù va annunciato… va portato nella vita concreta: lì dove la gente soffre, perde il posto di lavoro… lì dove la speranza stenta a rinascere!

Non lasciamo che questa parola ammuffisca sui nostri amboni… nelle nostre chiese! Noi siamo qui ogni domenica per rigenerarci e poi uscire… andare. La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano. Mancano operai del bello, mietitori del buono.

Andate: lo ripete a noi oggi… andate. Il Signore ci invita ad andare (mai da soli) per portarlo la dove vuole stare: fra la gente! Chiediamocelo: cosa ho fatto fino ad oggi del mio dirmi cristiano? Ho fatto gioire i miei fratelli/sorelle portando loro una buona notizia? Quale vangelo ho consegnato loro? Ed io… sono un vangelo con le mie scelte di tutti i giorni? (onestà, trasparenza, disponibilità, correttezza…). E allora… perdonaci Signore  per la nostra poca preghiera e neanche tanto fiduciosa.

Perdonaci se ci siamo  mossi poco e non ci siamo sprecati per il tuo regno. Abbiamo preteso elogi, complimenti, riconoscimenti, coppe e targhe, plausi e banchetti! Perdonaci Signore se non siamo stati in ansia per i tuoi malati. Non ci siamo sciupati nell’annuncio e nel servizio, troppo occupati nella cura di noi stessi… del consenso… del seguito! abbiamo fatto di tutto per piacere! Perdonaci, per tutta la vanagloria che abbiamo ascoltato e coltivato…  per tutte le volte che ci siamo rallegrati e vantati per aver valutato i risultati dai numeri!

Perdonaci se corrispondiamo così poco alle tue parole, ai tuoi gesti dimenticandoci troppo spesso degli ultimi, dei poveri, degli uomini in cerca di una vita migliore, di un luogo pacifico dove essere accolti come fratelli. Perdonaci per i ponti abbattuti e i muri costruiti!

Convinci tu il nostro cuore ad aprire le nostre vite in un abbraccio universale che faccia del mondo una famiglia solidale

 

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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