“IL CIELO SI APRÌ…”

battesimo di gesu 2022
battesimo di gesu 2022

(Battesimo del Signore – Lc 3,15-16.21-22)

Con il battesimo, si chiude il tempo di Natale… e lo facciamo non prima di ringraziare il Signore, per averci donato questi giorni di grazia, in cui tutto l’universo si è chinato su quella grotta e la Creazione ha cantato a squarciagola la gloria di Dio.

Mi auguro che anche per noi il ritorno sia come quello compiuto dai Magi… per un’altra strada, o come quello dei pastori… con un cuore alleggerito dalla consapevolezza della compagnia di Dio. In tutti i vangeli, la figura di Giovanni Battista precede l’ingresso in scena di Gesù. Una attestazione concorde che deve farci riflettere. Ma oggi non è di lui che vogliamo parlare…ma del nazareno. Gesù, ormai trentenne, aveva lasciato Nazareth e si era recato nel Sud della Palestina, nella zona del fiume Giordano, dove il Battista raccoglieva un grande numero di persone.

Quel giorno la scena fu fuori dal comune. Scrive Luca che tutto il popolo “era in attesa”; in attesa di cose nuove… di un mondo diverso. Per questo, molti avevano lasciato le loro case e gli abituali impegni: volevano ascoltare il Battista.

Non si può attendere un mondo nuovo se si resta inchiodati alle cose di sempre! Anche Gesù abbandonò la casa, la terra, le occupazioni di sempre e raggiunse quel predicatore. C’è bisogno di (s)muoversi, se non fisicamente certamente interiormente, per poter avvicinarsi al Signore.

Gesù fece questa scelta a trent’anni. Arrivò in mezzo a quella folla che stava ascoltando il Battista e si mise in fila come tutti, in attesa del suo turno per il battesimo. Giovanni, con il cuore ormai affinato dalla preghiera e con gli occhi allenati a leggere le Scritture, non appena vide questo giovane nazareno avvicinarsi, intuì che era più forte di lui, che era il “migliore” di tutti. Comprese che era colui al quale neppure era degno di sciogliergli i lacci dei sandali.

Ed eccolo, oggi, mettersi in fila per farsi battezzare; e al termine dei suoi giorni giungerà a mettersi in ginocchio a lavare i piedi dei discepoli e conoscerà l’umiliazione terribile della croce. È questo il nostro Dio, quello che si manifesta a noi. Mentre, raccolto in preghiera, si immerge nell’acqua sino a scomparire dagli sguardi dei presenti, si aprono i cieli. È il momento atteso da schiere di profeti. Isaia lo aveva gridato a voce alta: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (63,19).

Questa preghiera viene esaudita in questo momento! Scrive Luca: “Il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo”. Il cielo triste degli uomini viene aperto e si può guardare oltre; un nuovo orizzonte interviene nella vita degli uomini e si odono parole mai ascoltate prima: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo scendono tra gli uomini e ci mostrano il loro amore.

Al centro del brano non è posto il battesimo di Gesù, raccontato quasi come un inciso, ma l’aprirsi del cielo. Come si apre una breccia nelle mura… come quando si aprono le braccia agli amici, all’amato, ai figli, ai poveri.

Il cielo si apre sotto l’urgenza dell’amore di Dio, sotto l’assedio dei poveri e nessuno lo rinchiuderà più. Ma anche l’aprirsi del cielo, stando almeno al racconto lucano, sembra quasi essere secondario: scese su di Lui lo Spirito Santo. Quello Spirito che è parola e dice vita, dal primo respiro di Dio nelle narici di Adamo che da argilla divenne alito di vita… essere vivente… Qui è quello stesso Spirito che “aleggiava sulle acque”, per donare vita.

“Scese lo Spirito Santo”, si può quindi tradurre così: “Scese la vita di Dio”. E poi una voce: “Tu sei il mio figlio amato”. Questo brano è come una miniatura di tutto il Vangelo e ne racconta alcune delle verità più profonde. Racconta la Trinità per simboli: una voce, un figlio, una colomba: e parla a me… parla di me: il cielo che si apre, lo Spirito e la Voce… sono scesi anche sul mio battesimo: vita di Dio in me… io amato come Gesù… anch’io figlio prediletto. Il cielo non è più chiuso. Se ai pastori sono stati gli angeli a recare l’annuncio, e ai Magi la stella, ora è la voce stessa del Padre che indica agli uomini il suo Figlio.

Il Vangelo che ascoltiamo ogni domenica non è altro che l’eco di questa voce che scende dall’alto. Il Vangelo è salvezza per noi; è una grazia poterlo ascoltare e seguire… averlo come amico della vita. Il Vangelo insegna a vivere.

Quei cieli aperti sulle sponde del Giordano si aprono anche per noi ogni domenica per ascoltare la voce del Padre che dice: “Tu sei mio figlio!”. Lasciamoci prendere allora dal desiderio di fare qualcosa che assomigli al Padre!

Gesù da figlio ci ha indicato il tracciato: “Passò nel mondo facendo del bene e guarendo ogni male”. Passare nel mondo facendo del bene, splendendo per un istante anche se nessuno guarderà il tuo lucente sguardo. Anche un solo gesto d’amore… rende più grande l’universo.

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

Potrebbero interessarti anche...