LASCIARCI NUTRIRE DA DIO…

prima di quaresima 2021
prima di quaresima 2021

(I dom. Quaresima – Mc 1,12-15)

Gesù è spinto dallo Spirito Santo nel deserto. Inizia così anche quest’anno la nostra Quaresima. Gli anni di vita quotidiana del maestro… il silenzio assordante di Nazareth sono ormai alle spalle. Ora è pronto per raccontare Dio.

L’episodio evangelico delle tentazioni di Cristo (riportato dai tre sinottici) ha qualcosa di speciale perché l’unico modo in cui gli evangelisti avrebbero potuto conoscerlo è che lo avesse raccontato loro Gesù stesso. Nessun altro era presente.

Lo Spirito Santo lo condusse nell’immenso deserto fra la montagna di Gerusalemme e il Mar Morto affinché egli potesse pregare il Padre… e prepararsi sul ministero pubblico che stava per iniziare. Pregò e digiunò per 40 giorni che, ovviamente, lo lasciarono affamato e indebolito fisicamente. Fu in quel momento che il diavolo si avvicinò per tentarlo. Perché Gesù racconta ai suoi questo episodio?

Poteva tenerselo per se! In fondo è una cosa fra lui e satana ( che in ebraico significa colui che si oppone). Diciamolo subito… lo racconta perché come per lui… anche per noi c’è colui che si oppone! A chi non è capitato di fare i migliori propositi di questo mondo per avvicinarci a Dio e poi… un momento di debolezza… una fragilità di troppo… e tutto va a rotoli! È nei momenti di fame di ogni cosa… di stanchezza… di fragilità cronica… che nasce forte e si insidia l’opera di “colui che si oppone”.

Lo è stato per Adamo… lo è stato per Gesù… lo sarà per ogni uomo e donna! Gesù lo racconta per dirci che noi possiamo dare una svolta alla nostra vita. Lo abbiamo già incontrato, di notte, da solo, a pregare il Padre, il Maestro. Ora… è lo Spirito, a spingerlo nel deserto… e non verso le tentazioni, ma in un pellegrinaggio verso il luogo del cuore, là dove tutto si decide! Perché ogni tentazione è sempre una scelta tra due amori.

Il comandamento base di tutta la legge biblica dice: ho posto davanti a te la vita e la morte, scegli! Quaranta giorni… un numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo Testamento indicano i momenti salienti dell’esperienza della fede del Popolo di Dio. E’ un numero che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore… della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse.

E’ il tempo delle decisioni mature e vere! Il numero quaranta appare anzitutto nella storia di Noè (Gen 7,4.12; 8,6). Mosè rimane sul monte Sinai, alla presenza del Signore, quaranta giorni e quaranta notti, per accogliere la Legge. In tutto questo tempo digiuna (cfr Es 24,18). Quaranta sono gli anni di viaggio del popolo ebraico dall’Egitto alla Terra promessa, tempo adatto per sperimentare la fedeltà di Dio. “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni… Il tuo mantello non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni”, dice Mosè nel Deuteronomio alla fine di questi lunghi anni di migrazione (Dt 8,2.4).

Il profeta Elia impiega quaranta giorni per raggiungere l’Oreb, il monte dove incontra Dio (cfr 1 Re 19,8). Quaranta sono i giorni durante i quali i cittadini di Ninive fanno penitenza per ottenere il perdono di Dio (cfr Gn 3,4). E così Gesù… trascorre questi giorni, nutrendosi unicamente della Parola di Dio, che usa come arma per vincere il diavolo. Il deserto, ricordiamocelo, è il luogo del silenzio. Gesù sceglie ed indica il Silenzio come luogo dell’incontro col Padre.

Avessimo il coraggio anche noi di imparare il silenzio… di scoprire una preghiera fatta di ascolto! In Marco, tuttavia, ritroviamo un particolare che in Matteo e Luca non c’è e che esprime un forte richiamo all’originale grazia con cui siamo stati creati: “stava con le fiere”… richiamo all’armonia delle origini del mondo!. “E gli angeli lo servivano”… gli angeli sono le tante presenze che Gesù, e noi, incontriamo nel nostro percorso di fede e che ci riportano verso Dio. Un amico, un prete, un evento (anche dolorosissimo!), un libro possono diventare angeli che ci aiutano a superare le tentazioni.

Concludo e penso al deserto di Giuda, che ho avuto la grazia di visitare tante volte. Penso a quel luogo dove tutto è arido, roccioso… quasi senza vita. Lì quaranta giorni ci resti, solo se Dio provvede a te! Nel deserto sei chiamato a digiunare di tutte le cose di cui solitamente ti nutri… e lasciarti nutrire da Dio.

E allora pensiamo a quale digiuno per me… per voi! Proviamo in questi giorni a digiunare dal giudicare gli altri, per scoprire in loro la presenza di Dio; digiuniamo dal dire parole che feriscono, per nutrirci di frasi che risanano; digiuniamo dall’essere sempre scontenti, per nutrirci di gratitudine; digiuniamo dalle arrabbiature, e nutriamoci di pazienza; digiuniamo dal pessimismo, e nutriamoci di speranza; digiuniamo dalle preoccupazioni inutili, per nutrirci di fiducia in Dio; digiuniamo dall’amarezza e dal rancore, per nutrirci di perdono; digiuniamo dal dare importanza solo a noi stessi, per nutrirci di attenzione e compassione verso gli altri; digiuniamo dallo scoraggiamento, per nutrirci di entusiasmo che proviene dalla fede; digiuniamo da tutto ciò che ci allontana da Gesù, per riempirci da tutto ciò che a Lui ci avvicina.

Chiediamo allo Spirito Santo che ha condotto Gesù nel deserto… a condurre anche noi… per digiunare come Lui vuole.

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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