
Sacro cuore immaginetta
Le 12 promesse del Sacro Cuore di Gesù furono consegnate a Santa Margherita Maria Alacoque (1647 – 1690) nel convento di Paray-Le-Monal, in Francia, nel periodo compreso fra il 1673 e il 1675.
Appartenente all’ordine della Visitazione, Margherita visse una intensa esperienza mistica e nei suoi momenti di preghiera, la santa aveva visioni nelle quali Gesù le mostrava il suo cuore ferito, coronato di spine, infiammato di amore per l’umanità.
Il testo delle promesse rivelate dal Signore alla santa, furono da lei trascritte nell’arco della sua vita.
Sono ormai 18 anni che sono in questa comunità del Sacro Cuore di Pozzuoli, e penso sia giunto il momento di potervi offrire delle brevi riflessioni su ciascuna promessa quasi a proporle di giorno in giorno a chi vorrà farne tesoro e motivo di meditazione.
- “Darò ai devoti del Mio Cuore tutte le grazie necessarie al loro stato di vita”
È considerata la prima promessa del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria. Chi pratica la vera devozione al Cuore di Gesù può essere certo che riceverà le grazie necessarie per compiere fedelmente la sua missione di padre, madre, figlio, consacrato, maestro, medico, imprenditore, politico… Dio, cioè, concede una grazia particolare per vivere santamente il suo “stato di vita”. È la grazia di stato che Dio concede, di avere fiducia in lui e nella sua “provvidenza”, come lo fu per Maria nel giorno dell’annuncio dell’angelo: “Non temere Maria… il Signore è con te”. Attenzione… Gesù parla di “devozione vera”, che significa: “Trasformante”. Trasforma me e il mondo intorno a me. Dal Cuore di Cristo, attingo linfa per il mio cuore, trasformando in amore, le cose e le persone intorno a me. È vera se è interiormente vissuta, senza devozionismi esteriori, che sanno solo di facciata senza informare e formare la vita. La vera devozione, è poter dire, con i gemiti della nostra anima: “Signore Gesù, attira le nostre anime alla tua dolce intimità. Accendi in noi la fiamma viva dell’apostolato perché la nostra vita diventi testimonianza del tuo Amore che salva.
- “Farò regnare la pace nelle loro famiglie”
È la seconda promessa consegnata a Margherita Maria, che così spiegava: “Egli promise di riunire le famiglie divise, di proteggere e assistere quelle che si trovano in uno stato di necessità e si rivolgono a lui con fiducia”. È promessa di pace che il Signore dona alla Famiglia, che è chiesa domestica… cellula, culla di ogni società. È quietare con l’amore del suo cuore, i conflitti e i dissapori fra i coniugi, genitori/figli, Fratelli/sorelle. È scongiurare violenze di ogni tipo, che ormai riempiono i notiziari giornalieri. È avere a cuore la vita nascente e quella morente. È dare amore e assistenza agli anziani e protezione ai bambini. È orientare santamente le scelte dei giovani per il loro futuro. Tutto questo, il Signore lo promette… lui che in una famiglia umana ha scelto di dimorare, facendo della sua famiglia di Nazareth, l’icona dell’amore feriale. Lui che volle fare il suo primo miracolo a Cana, per far tornare la gioia e la festa, in un matrimonio che mancava ormai del “vino della gioia”. Lui che aveva riposto la sua amicizia, nella famiglia di Betania di Marta, Maria e Lazzaro. Lui che amava entrare nelle case problematiche, come quella di Zaccheo. Oggi abbaiamo tanto bisogno di ospitare il Signore nelle nostre case affinché la pace vera regni nei nostri focolari domestici. Tra le nostre pareti, riportiamo la sua immagine, affinché anche solo uno sguardo veloce, nel turbinio delle nostre giornate, possa essere quasi un affidarci a lui, un fidarci di lui, un confidare in lui. Possa tornare la preghiera nelle famiglie, possa regnare la pace fra i suoi membri, perché sarà la fraternità di famiglie pacificate, a far regnare la pace vera nel mondo.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù che sei cresciuto nella famiglia di Nazareth, ti chiedo la pace per la mia famiglia. Fa che non ci sia odio, invidia o divisione. Fa che il perdono vinca su tutto. Fa che ogni pasto sia una condivisione, in ogni lacrima ci sia una consolazione, in ogni abbraccio un tocco di speranza, in ogni sorriso un sigillo del tuo amore. In ogni preghiera, ricordaci Signore, che anche tu, Dio Trinità, sei famiglia. Amen
- “Li consolerò dalle loro afflizioni”
È la terza promessa consegnata a santa Margherita Maria. E qui, vorrei aprire una parentesi per ricordare che stiamo parlando di rivelazioni private. Le rivelazioni private non aggiungono nulla a quanto è già stato rivelato dalla scrittura, ma ne rafforzano il contenuto. Questa promessa infatti, non è una parola nuova del maestro ma è un ricordare quanto già aveva promesso: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero (Mt 11, 28-30). Il peso dei nostri problemi e le fatiche di ogni giorno, spesso ci spaventano così tanto da sembrare di soccombere. Conosco storie di genitori che faticano a portar su famiglia. Ho conosciuto ammalati che hanno portato con fatica il peso di malattie inguaribili. Conosco tante persone ferite dalla vita, dai tradimenti, da morti improvvise. È per tutte queste persone che il Cuore di Gesù dice: “Venite a me. Voglio aiutarvi a portare la croce… stavolta voglio essere io il vostro Simone di Cirene”.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, ho bisogno di una spalla forte… delle tue spalle di Pastore Buono. Troppo spesso la stanchezza e lo scoraggiamento prendono il sopravvento sul mio cuore. Donami la grazia di sapermi consolato da te, Maestro-amico, Dio-tenerezza. Donami di sentirmi a riparo nel tuo cuore. Amen
- “Sarò il loro rifugio sicuro durante la vita e soprattutto nell’ora della morte”
È la quarta promessa consegnata a santa Margherita Maria. È consolante sapere che il luogo del nostro rifugio sicuro è Dio! Può capitare… o forse è già capitato di sentirci smarriti, confusi, disorientati, incapaci di sciogliere la matassa che ci opprime e ci lega in situazioni e dinamiche di morte. Abbiamo bisogno, tante volte, di avere un riferimento, un luogo certo, dove qualcuno ci ristori, ci consoli, ci venga incontro per farci ritornare alla vita e liberarci dai legacci che ci impediscono di volare. Ma la promessa di Gesù qui va molto oltre, spingendosi alla nostra ora “X”. È l’ora che arriva per tutti, senza fare distinzione. E sento così consolante, nella paura della morte, che non sarò solo se in vita ho amato LUI. Non permetterà il Cuore di Cristo, che resti solo in quel momento misterioso e sacro, perché la sua grazia consentirà di avere accanto un sacerdote pronto a consegnarmi, purificato da ogni pena e colpa, nelle braccia di colui che solo ama. Io stesso, posso testimoniare, che tanti fedeli della mia comunità, si sono abbeverati a questa sorgente di Grazia, con la mia presenza al loro fianco, nell’ora del trapasso. Testimonio che questa promessa è quella che ho sempre verificato come vera, in tanti che al Cuore di Cristo hanno manifestato una “devozione fedele e autentica”
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, squarciato dalla lancia sulla croce, aperto per accogliere tutti coloro che in te cercano rifugio… io cerco riparo nella tua santa dimora. Sacrario dell’ospitalità divina, io confido in te. Amen
- “Effonderò abbondanti benedizioni sui loro lavori e le loro imprese”
È la quinta promessa consegnata a santa Margherita Maria. Ripercorrendo le quattro promesse precedenti, ho notato che in ciascuna, il Cuore di Gesù promette qualcosa. Nella prima promette la “grazia”, nella seconda la “pace”, nella terza la “consolazione”, nella quarta il “rifugio”. Ora la promessa è la “benedizione”. L’azione del Benedire, è: dire il bene. Ci sono due tipi di benedizioni: la prima, è quella che viene dal cielo… Dio ci benedice. Dio, cioè, dice una parola favorevole per noi. Dio ci fa grazia con la sua benedizione, perché attingendo all’amore del suo Cuore, diveniamo nelle nostre imprese, nei nostri lavori quotidiani, luoghi di esercizio dell’onestà e della trasparenza. Come Gesù passò beneficando, così noi, se attingiamo alla ricchezza del suo cuore, non possiamo che essere icona di Lui e beneficare uomini e luoghi, con l’azione del nostro lavoro: “Verserò su di voi un acqua pura, vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo” (Ez 36,25). L’abbondante benedizione riversata nei nostri cuori, è lo Spirito Santo, con i suoi doni e carismi.
E arriviamo al secondo tipo di benedizione a cui accennavo. Essa è la preghiera di lode che sgorga dal cuore dell’uomo riconoscente, verso Dio, per i benefici che elargisce. Dio benedice noi… e noi diciamo bene di Lui per i doni elargiti al suo servo.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, che sei passato fra noi beneficando, oggi ti chiedo una parola di coraggio, di forza, di fiducia… una parola di benedizione. A te elevo il mio cuore… donami la tua grazia e la tua benedizione, perché in te confido, cuore benedetto del Signore. Amen
- “I peccatori troveranno nel mio cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia”
In questa sesta promessa, la parola chiave è “misericordia”. Il sacro Cuore di Gesù è una fonte di misericordia e perdono. È necessario allora tuffarsi nel significato profondo ed intimo di questa parola di cui è attraversata tutta la Scrittura. Misericordia deriva da due parole latine : “miser” che significa “povero” e “cor (cordis)” che significa “cuore”. Dunque misericordia può significare: “volgere il cuore verso il povero”, oppure “cuore da povero” come è detto nel discorso della montagna “beati i poveri in spirito perché appartiene ad essi il regno dei cieli” (Mt 5,3). E ancora… “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7). Questo per dire che il cuore di Cristo è rivolto verso ogni miseria umana… e allo stesso modo il cuore dei suoi discepoli, deve esprimersi alla pari del maestro, con la stessa misericordia con cui, come dice Papa Francesco, è stato “misericordiato”. Nella lingua ebraica, i termini che dicono la “misericordia di Dio”, sono molteplici, ma i due più significativi sono: “hesed”che esprime una bontà e benevolenza profonda unita ad una fedeltà ancora più profonda. Cioè: la hesed di Dio è più forte dell’infedeltà del suo popolo… perché Dio rimane fedele per sempre! Questo concetto lo ritroviamo nella parabola del Padre Misericordioso (Lc 15), dove di fronte alla richiesta del figlio rientrato a casa” trattami come uno dei tuoi servi” (Lc15,19) il padre non rinuncia alla sua paternità. Dio è padre… e per questo è misericordioso. Il secondo termine ebraico è “rahamin”, che ha a che fare con le viscere, con l’utero: è l’amore di una madre. Il cuore di Dio è come un utero nel quale siamo continuamente rigenerati alla vita. C’è molto di più da dire sulla misericordia… ma mi son ripromesso di essere breve in queste riflessioni… mi auguro che basti!
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, ricco di misericordia e generoso nel perdono, tu che hai avuto compassione, per i poveri e i sofferenti… gli ammalati, gli affamati e i peccatori, volgi il tuo sguardo su quanti soffrono per mille motivi. Donaci la sensibilità del tuo cuore per essere nel mondo, segno della tua misericordia che tutti avvolge in un abbraccio d’amore. Amen
- “ Le anime tiepide diventeranno ardenti”
Si tratta della freddezza spirituale. Tiepidezza… una parola caduta in disuso. È la mancanza delle motivazioni più profonde… è la trascuratezza della dimensione spirituale, è il fondare la vita sull’effimero, è dare importanza alle cose materiali e alla vita del mondo senza condire l’esistenza delle cose del cielo. Al contrario di quanto si pensi, è il rischio che incombe sui cosiddetti “cristiani praticanti”… quelli che a messa ci vanno (per intenderci), che ricevono l’Eucarestia, ma restano tiepidi, perché non avvertono il sapore del Pane della Vita. Per rinvigorire il fervore spirituale, è necessario innanzitutto vivere nella verità e con fede, i sacramenti, in particolare quello della riconciliazione e del perdono. Penso sia il sacramento più disertato e ignorato. Il senso del peccato è smarrito e la partecipazione alla festa del perdono è disertata. Siamo un po’ come il primo figlio della parabola della misericordia, che resta fuori, non intende partecipare alla festa per il fratello ritornato, e brontoliamo, accusiamo, dispregiamo. Dio ci attende nell’oceano della sua infinita misericordia, per rinvigorire i nostri cuori e riattivarli nell’amore del suo cuore ardente per noi. La tiepidezza è il rischio che corriamo anche noi sacerdoti, quando il nostro ministero e la celebrazione dei sacri misteri, mettendo al centro il nostro io e non Dio. Quando cediamo il passo alla spettacolarizzazione dei sacramenti e permettiamo che anche la celebrazione di un sacramento, perda la sua sacralità a favore di effetti speciali che sanno più di teatralità che di paradiso. Abbiamo bisogno di una nuova rinnovata “Pentecoste”, per essere nuovamente infiammati dal fuoco del cuore di Cristo ed ardere nuovamente come luce posta sopra il candelabro e non sotto il moggio.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, liberami dalla tiepidezza, dall’aridità spirituale. Concedimi di sentire qui in terra, il sapore delle cose del cielo. So bene che la vita non si riassume in miracoli, in successi, in vittorie. Per tutti c’è anche l’ora del dolore, della sconfitta, della tristezza. Per questi ed altri momenti, liberami dalla tiepidezza e fammi avvertire la tua presenza con la potenza del tuo amore, che tutto trasforma in festa del vino buono… il vino di Cana di Galilea. Amen
- “le anime fervorose si eleveranno rapidamente ad una grande perfezione”
Se nella settima promessa il Cuore di Gesù promette ai tiepidi il fervore… nell’ottava va oltre, promettendo la perfezione. L’Apostolo Paolo ammoniva a riguardo, ricordando che “la meta è sempre un po’ oltre”. Quando pensiamo di essere arrivati, dobbiamo camminare ancora un po’. Ma cosa è questa perfezione? Lasciamoci aiutare come sempre dalla Parola. “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro” (Mt 5, 48). “Siate santi, come è santo il vostro Dio” (Lv 20, 7). “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6, 36). Leggendo in parallelo queste tre citazioni, possiamo affermare che la perfezione di Dio è la misericordia e la santità. Giovanni nella sua prima lettera afferma: “Dio è Amore” (1 Gv 4,16) e qui vedo la sintesi della perfezione… Amare come Dio ama, è giungere a perfezione! Raggiungiamo la perfezione, dunque, attraverso un processo d’amore, grazie al dono dello Spirito effuso nei nostri cuori (Rm 5,5). Rileggendo le lettere dell’Apostolo Paolo, a più riprese, indirizzandosi a comunità diverse, invita a questo cammino di perfezione. Ne cito alcune: “Abbiate gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2, 5). “Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). “Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere perfettamente, quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17-19). Per Paolo, essere perfetto, essere santo, significa diventare un “altro Cristo”. Ed Ezechiele, profetizzando, dirà “che riceveremo un nuovo cuore”. Essere perfetto significa assumere il ritmo del cuore di Dio nella nostra storia.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, dal tuo costato squarciato, sgorgò l’Acqua della vita, lo Spirito Santo e santificatore. Oggi ti chiediamo di liberarci da ogni protagonismo, di far cadere le maschere dell’ipocrisia, per renderci pronti e veri a camminare con te verso la perfezione nascosta degli umili. Donaci di donare gioia agli altri, con la nostra gioia contagiosa che deriva dal sentirci da te amati. Fa che alla fine dei nostri giorni, possiamo pronunciare alla tua presenza, almeno un nome di una persona che abbiamo fatto sorridere. Non permettere che le nostre azioni facciano piangere qualcuno. Solo così, il tuo Spirito danzerà in noi l’eterno girotondo della gioia. Amen
- “Benedirò la casa nella quale sarà esposta e venerata l’immagine del mio cuore”
Sarebbe bello… sarebbe davvero bello fare spazio anche a Lui sulle pareti o in un angolo di casa. Spesso dall’altare ho consigliato di avere in casa un angolo dedicato alla parola e alla preghiera, e con sorpresa e gioia ho visto che in tanti avete risposto ed è per me tanto bello. Questa non è idolatria, che invece consiste nel mettere una cosa, un valore, un interesse al posto di Dio. Idolatria è mettere il denaro, il prestigio, il successo, il potere al posto Dio. Idolatria è non trovare tempo per Dio, avere sempre cose più importanti e urgenti da fare nell’ora della messa domenicale, dell’adorazione Eucaristica, della preghiera comunitaria, dell’appuntamento al cammino di fede parrocchiale. Insomma… ci sarebbero tanti esempi per dire che idolatra è colui che scarta Dio per altro che ritiene più importante e urgente. Salvo poi, attraversare un momento critico, e ti ritrovi in chiesa anche tutti i giorni. Una immagine o una statua del Sacro Cuore, non è oggetto di adorazione. La Chiesa non si stanca di dire che i suoi figli non adorano immagini. Le immagini per noi, sono icone, rappresentazioni che rimandano al rappresentato. È come conservare una foto di una persona cara al cui sguardo, i miei pensieri mi riportano ai ricordi più belli vissuti. Io guardo spesso le foto di mamma e papà, le ho in bella vista a casa e in ufficio parrocchiale. Le guardo spesso, e il mio cuore vola fino a loro. Così sarà se in casa, sul posto di lavoro, nei negozi, espongo una Sua immagine… il mio cuore può elevare un pensiero a Lui, una preghiera breve, anche il volo di un solo bacio, per dirgli: “Gesù confido in te”
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, noi ti accogliamo nelle nostre case, nei nostri cuori. Che la tua immagine in ogni casa, sia un ricordarci sempre, di quale amore ci hai amato. Il fuoco vivo che avvolge il tuo cuore, sia per noi calore e luce nei momenti difficili… guidaci tu, luce gentile, nel buio che ci avvolge, Guidaci tu. Amen.
- “Darò ai sacerdoti il dono di toccare i cuori più duri”
Poco dopo la mia ordinazione sacerdotale, una mia parente di secondo grado, mi fece dono di un antico libricino di preghiere della “Milizia del Sacro Cuore”. Lo confesso… non sapevo cosa fosse. Lo sfogliai in sua presenza e mentre lo facevo, mi rivelò che apparteneva ad una sorella del mio bisnonno materno che era suora di clausura dell’ordine di Sant’Anna a Caltanisetta in Sicilia, unitamente ad un’altra sorella anch’essa suora nello stesso monastero. L’impegno di questa milizia era di pregare in ore notturne il Sacro Cuore di Gesù. Sfogliando il libricino, trovai una scritta di suo pugno, con l’impegno che aveva preso in quella preghiera notturna: “Pregare per le vocazioni sacerdotali”. E il Signore ha ascoltato, suscitando non una ma due vocazioni: mio fratello ed io. Ma il segno di quella preghiera è stata la mia designazione alla Parrocchia intitolata al Sacro Cuore, dove tutt’ora sono parroco. Fin da adolescente, tuttavia, ho sempre avvertito questo trasporto spirituale verso il Cuore di Gesù, recitando più volte al giorno, l’invocazione (che tutt’ora ripeto spesso) “Sacro Cuore di Gesù confido e spero in te, abbi pietà di me”. Oggi, non riesco a dire un pensiero, o pronunciare una omelia, senza fare spesso riferimento alla tenerezza di Dio che supera ogni peccato, ogni nostra zona d’ombra, con il fuoco divino del suo amore misericordioso, che trova il suo compimento in quel colpo di lancia, che diventa per noi, una feritoia nella quale possiamo trovare rifugio e consolazione. Spesso mi accorgo, che aldilà della mia persona, il Signore suscita al momento opportuno, le parole necessarie per questa o quella persona, ridonando speranza a tanti che aspettano una parola che doni vita. È questo un miracolo a me stesso, un avvertire che nonostante me, è lui che opera. Non sei tu il salvatore, ma solo un collaboratore… uno strumento… un operaio della sua vigna il cui compito, per lo meno, è di non ostacolare la sua opera di salvezza.
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, le tue parole hanno il potere di toccare i cuori più duri. Oggi io ti chiedo il dono della dolcezza, per consolare chi è nel bisogno. Nei tempi che viviamo, il mondo ha bisogno di profeti che annuncino con la vita, prima ancora che con le parole: “Eccomi Signore, manda me!”. Donami la dolcezza di Tua Madre, che fece sussultare di gioia il bambino nel grembo di Elisabetta, quando si recò da lei nell’ora del bisogno. Che la mia bocca annunci ciò di cui è pieno il cuore. E se sarai tu a riempire il mio del Tuo, allora non sarò io a parlare di te, ma sarai tu stesso a rivelarti nelle pieghe della mia vita. Amen
- “Scriverò indelebilmente nel mio Cuore i nomi delle persone che divulgheranno questa devozione e non li cancellerò mai”
Il cuore di Gesù ci ama con la tenerezza di un innamorato. Nella Bibbia questo amore è descritto in svariati modi, come in Isaia 49,16: “Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”. Il nostro nome sulle palme delle mani di Dio come per una custodia. Mi sono chiesto: “E il nome degli altri?”. Ci sono nomi di persone che conosciamo, stimiamo ed amiamo: sono come scritti sul palmo delle nostre mani. Penso all’estro dei giovani che innamorati, scrivono il nome dell’amato/amata, su striscioni … spesso anche sui muri. Insomma un modo forte per dire: “sei il tutto per me e io ti amo”. Tuttavia, sui muri prima o poi, viene rimosso, lo striscione si logora, e il tempo cancella. Con Dio no… con Dio è un’altra cosa! Siamo scritti nel suo cuore! E da li, ne Lui ne altri potranno mai rimuoverci.: “Non cancellerò il suo nome dal libro della vita” (Ap 3,5). Questa è una promessa… e il nostro Dio, le promesse le mantiene. I devoti del Sacro Cuore di Gesù devono allora essere certi che il loro nome è nel Cuore… è nella stessa vita di Dio! Questa promessa, è bene rileggerla. Qui il Signore dice: “Chi divulgherà”. Dunque non si parla di una devozione che te la tieni per te e la vivi nella tua intimità e nel silenzio. No! E allora chiediamoci: Cosa sto facendo io per diffondere questa amore per il Sacro Cuore di Gesù?
PREGHIERA:
Sacro Cuore di Gesù, è bello sapere che il nostro nome è inciso nel tuo Cuore divino. È bello scoprire, che se anche tanti si dimenticheranno di me, mi abbandoneranno, mi trascureranno, tu non ti dimenticherai. Il mio nome è nel tuo cuore e questo mi dà gioia e coraggio per proseguire il cammino della vita, sapendomi custodito da te, oggi e sempre. Amen
- LA GRANDE PROMESSA: “L’amore onnipotente del mio Cuore, concederà la grazia della perseveranza finale a tutti coloro che riceveranno la comunione il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi”
È forse la più conosciuta delle 12 promesse. Molti ignorano le altre 11, ed è per questo che ho pensato quest’anno, di farle conoscere ancora una vota, riflettendo io stesso su ciascuna. L’ho fatto per me… e lo condivido a voi. Alla fine, tutto porta al cuore del mistero di Cristo: l’Eucarestia! Da qui si parte sempre e qui si ritorna. Per ogni devozione e spiritualità, senza il Pane della Vita, tutto è vano, è inutile, è vuoto. Detto questo, riporto il testo completo della promessa consegnata a Santa Margherita Maria: “Io prometto, nell’infinita misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che riceveranno la comunione nei primi venerdì per nove mesi, la grazia della perseveranza finale: non moriranno nella mia disgrazia, ne senza ricevere i sacramenti, poiché il mio Cuore sarà il loro rifugio sicuro nell’ultima ora”. Tali parole, furono inserite dal Papa Benedetto XV, nel decreto di canonizzazione di Santa Margherita Maria, aggiungendovi che “queste sono le parole che Gesù benedetto rivolse alla sua serva fedele” (13 Maggio 1920). A ben vedere, la grazia promessa è la stessa che chiediamo ogni volta che recitiamo l’Ave Maria: “prega per noi peccatori ora e nell’ora della nostra morte”. Questa promessa l’ho sperimentata tante volte. Quanti miei parrocchiani si sono abbeverati alla sorgente di tanta grazia. E quanta serenità ho visto in chi era consapevole che quella promessa Gesù l’ha mantenuta. Questa promessa, tuttavia, è categorica: 9 venerdì consecutivi! E perché? Se saltiamo una? Beh se saltiamo una, bisogna ricominciare daccapo. Non è una cosa ridicola questa… attenzione. Qui il Cuore di Gesù, ci chiede l’esercizio della perseveranza e della fedeltà. Essergli fedele all’appuntamento fisso che ci da, come un amato è fedele all’appuntamento con la sua amata. Se questo non avviene, nella coppia è necessario interrogarsi! E così anche con Gesù. La comunione poi, deve essere fatta in stato di grazia. Per questo è necessario fare una buona confessione prima di cominciare il cammino. La comunione, sarà riparatrice, così come lo stesso Cuore di Gesù chiese a Santa Margherita Maria, Il 15 giugno 1675, durante l’ottava della festa del Corpus Domini, mentre Suor Margherita era assorta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, Gesù le apparve mostrando il suo Cuore e dicendo: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e in contraccambio non riceve che ingratitudini, disprezzo, sacrilegi in questo Sacramento di amore”; Gesù chiese poi alla Suora, l’istituzione di una festa particolare il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, per onorare il suo Cuore, e chiese la comunione riparatrice per le colpe contro l’Eucaristia. Queste promesse sono state date alla santa, più di trecento anni fa, e dunque il linguaggio è “riparazione”. Oggi userei anche l’espressione: “Comunione solidale”. È urgente consolare il Signore nel volto dei poveri, di chi ha fame, di chi è senza lavoro, di chi è emarginato. Immaginiamo per un attimo, come sarebbe bello se al primo venerdì di ogni mese, dopo aver ricevuto l’Eucarestia, facessimo un gesto di solidarietà verso un fratello che vive nella povertà. Il Beato Piergiorgio Frassati, ad un amico che gli chiedeva perché si preoccupasse così tanto dei poveri di Torino, così rispondeva: “Io restituisco in loro, la visita che ogni giorno il Signore mi fa nel Sacramento dell’Eucarestia” (faceva la comunione tutti i giorni). Non possiamo separare il Pane consacrato dal fratello emarginato. Nove mesi, per riparare… per riparare innanzitutto le nostre discrepanze, la nostra fede troppo speso tiepida e annacquata. Nove mesi è il tempo della gestazione, il tempo necessario per la nascita di una nuova vita. Finisco qui le mie riflessioni. L’ho fatto per me e per voi che leggete. L’ho fatto per non camminare da solo, ma in vostra compagnia. L’ho fatto perché, siano per noi tracce, percorsi di un cammino di conversione vera, per ritrovarci un giorno, sempre insieme, in paradiso.
PREGHIERA
O Gesù, il cui Cuore trafitto
è segno vivente dell’amore infinito per noi,
attira le nostre anime alla tua dolce intimità.
Accendi in noi la fiamma viva dell’apostolato
perché la nostra vita diventi testimonianza
del tuo Amore che salva.
Mi abbandono oggi al tuo cuore che pulsa per noi
nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia.
Ottienimi di riconoscerti e amarti sempre più
nei poveri e negli emarginati.
Fa’ che il tuo cuore divenga fuoco d’amore
e rifugio sicuro
per quanti si sono allontanati da te.
Apri le tue mani Gesù,
perché tu sei la nostra benedizione.
Apri il tuo cuore e riempi il nostro
della gioia della tua presenza.
Tu sei il nostro Dio,
Tu sei la nostra salvezza,
Tu sei la nostra pace.
Benedici le nostre famiglie.
Benedici i nostri bambini,
i nostri giovani, i nostri anziani.
Benedici tutti quelli che soffrono.
Apri le tue mani ed accoglici nel tuo cuore.
AMEN
Simulacro che si venera
nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ai Gerolomini
Via Giuseppe Chiaro, 6 – 80078 Pozzuoli (Na)
Tel. 0815247006
mail: sacrocuorepozzuoli@libero.it
web: sacrocuoreaigerolomini.it
don Mario