LO SPIRITO SPINGE!
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(Pentecoste 2019 – Gv 14,15-16.23-26)
Celebriamo oggi la promessa del Maestro che diventa realtà… l’apoteosi dello Spirito che inonda la Chiesa come vento impetuoso che riempie ogni realtà.
E così… quel giorno, in quello stesso cenacolo, che dopo il fatto della resurrezione ha visto gli eventi più significativi di questi cinquanta giorni… avvenne che: “La casa fu piena di vento, e apparvero loro come lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno”.
Lo aveva promesso Gesù: “Il Padre vi manderò il Consolatore, che rimarrà con voi per sempre”. Ecco il compimento… Gesù non lascia mai le cose a metà… non si accontenta della resurrezione dalla morte, ma arriva a donare ai suoi, quello stesso Spirito che lo ha resuscitato.
Nella Solennità della Pentecoste, in realtà, noi facciamo memoria del dono dello Spirito che a più riprese il Maestro ha donato dopo la sua resurrezione. In realtà, già dalla croce, quel consegnare lo Spirito, non è solo esalazione dell’ultimo respiro, ma, per i Padri della Chiesa, è già consegna (proto pentecoste) dello Spirito alla chiesa fedele ai piedi della croce (Maria e il discepolo che egli amava). E poi… “la sera di quello stesso giorno, mentre erano a porte chiuse, venne Gesù, stette in mezzo e disse Shalom.
Dopo aver soffiato su di loro disse: ricevete lo Spirito Santo” (cfr. Gv 20,19-23). Nella sua vita terrena, non si era risparmiato in niente… aveva donato tutto: tempo, parole, miracoli, carezze, vicinanza, perdono dei peccati… ora il dono più grande: la vita stessa di Dio. È lo stesso Spirito che crea, rigenera, dà la vita! È lo spirito che aleggia sulle acque alle origini della creazione… Spirito che mette ordine dal disordine primordiale.
Prima del mondo, prima degli alberi, prima delle rose, prima dell’uomo e della donna, prima d’ogni cosa bella… è lo Spirito. Non c’è bellezza vera… vita vera… senza l’azione, la presenza dello Spirito. È lo stesso Spirito che è sceso sul Figlio immerso nel Giordano… è lo spirito che ha suscitato parole ai profeti… è lo Spirito che abitò Maria e ci fece dono del Verbo incarnato.
Questo stesso Spirito (e non uno spirito diverso… uno spirito minore!) che scende su di noi e fa maturare la Chiesa come un pane e lo fa lievitare ancora oggi. Lo Spirito spinge… fa fare sogni grandi! La Pentecoste, così, diventa la Pasqua partecipata a tutti coloro che amano Gesù… è la nuova creazione, non delle cose, ma delle persone; è la svolta di un discepolato vero, fatto di uomini e donne, che guardano il cielo, ma hanno piedi camminanti (e non fermi), su questa terra.
È lo zelo apostolico che ci invita ad uscire, come fecero i suoi quel giorno… inondati da un vento nuovo, che dona loro la forza di rompere finalmente i chiavistelli che li aveva tenuti chiusi, nascosti, timorosi…ed uscire finalmente… uscire e fare cose da pazzi! Questo Gesù, ha bisogno di me, di te, di noi, perché ha bisogno di voci per parlare, ha bisogno di occhi per guardare, ha bisogno di mani per servire, ha bisogno di piedi per calpestare le strade, per andare.
È accaduto così duemila anni fa, nella Pentecoste di cui abbiamo ascoltato il racconto nella Prima Lettura, dove ci sono discepoli impauriti, frastornati, che prendono le strade del mondo: vanno senza mai stancarsi di raccontare ciò che ha cambiato loro la vita.
E mi verrebbe da chiedere a ciascuno di voi (io me lo sono già chiesto!!!)… ma Gesù ti ha cambiato la vita? Lo stiamo cercando questo Spirito Santo, oppure è un illustre sconosciuto nella nostra esperienza di fede? Che spazio ha nella nostra preghiera?
I suoi stavano insieme… e insieme ricevono il dono dello Spirito! Sembra allora che la comunione è la condizione necessaria per ricevere questo dono che si oppone a ciò che invece è divisione (satàn). La Pentecoste è l’anti-Babele… è il culmine dell’armonia… è il primato della condivisione, della comunicazione che si fa ascolto e dialogo… accoglienza e comprensione! Ovunque regnano maldicenza e giudizio, compromesso e falsita, personalismi e particolarismi… lì certamente non abita lo Spirito Santo.
Concludo: la Pentecoste non è un evento fine a se stesso: inizia con gli apostoli ma non finisce con loro. Ogni nostro timore, ogni nostro disimpegno, ogni nostra frenata… è interrompere questa catena della fede che si fa racconto!
È impedire allo Spirito di continuare a soffiare per gli altri, attraverso le nostre vite! Siamo una comunità missionaria? O siamo solo utenti della Chiesa… senza appartenenza e passione? Favoriamo chi ci avvicina, ad incontrare il risorto attraverso la nostra vita? Una cosa è certa: abbiamo tanto bisogno dello Spirito Santo!
Abbiamo bisogno di questo Spirito che parli attraverso di noi… che parli con il nostro stile di vita, prima ancora che con le labbra. Lo Spirito è il profumo di Dio: lo avverti, senza bisogno che qualcuno te lo faccia notare!