LUCI NELLA NOTTE…
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(XX dom.t.o. – Lc 12,49-53)
Il tema centrale di questa domenica è la testimonianza. Sia Geremia che il Vangelo ci ricordano che non sempre i cristiani hanno vita facile. A volte essere cristiani può addirittura portare al martirio, se non quello fisico, almeno a quello interiore.
Quando la mia vita di credente si lascia davvero illuminare ed orientare dalla parola… quando il mio vissuto si fonda sui principi del vangelo come il rispetto per l’uomo, l’amore per il creato, la solidarietà, la giustizia… quando il nostro cuore coincide col nostro tesoro… allora può succedere che sperimentiamo la fatica di essere presi in giro, derisi… perché tutti si dicono cristiani e poi son pronti a sbalordirsi quando invece di una vacanza ti scegli una esperienza missionaria… di solidarietà… un cammino che si fa pellegrinaggio o una settimana in Terra Santa con tanti giovani!!!
È difficile essere coerenti e non stupire… è difficile anche raccontare la tua fede per la paura del martirio morale. Per Geremia, ancora peggio. Lo abbiamo ascoltato nella prima lettura. Vissuto seicento anni prima di Cristo, viene catapultato in una cisterna piena di fango, solo perché invitava re e popolo alla coerenza nell’alleanza col Dio di Israele.
Geremia si lamenta spesso… perché aveva pensato per se una vita diversa, con tanti amici, una moglie… e invece Dio aveva un progetto altro su di lui. Geremia si lascia sedurre dal suo Signore, senza non poche conseguenze.
Non avrà una moglie e i suoi amici lo abbandoneranno… sembra non essere affatto una bella amicizia… una piacevole compagnia. L’esperienza del profeta, richiama molto da vicino il detto di Gesù nel Vangelo odierno:“Sono venuto a portare fuoco… divisione…”. Luca, probabilmente, sta descrivendo il contesto in cui muove i primi passi il cristianesimo.
È il contesto della sinagoga, dove i discepoli della nuova via, vengono annoverati quasi come un nuovo gruppo all’interno dell’ebraismo ufficiale… fino a quando, con la distruzione del Tempio, inizia un progressivo cammino di irrigidimento, un richiamo all’ortodossia… e l’inizio della persecuzione per i discepoli del nazareno. Da quel momento, appartenere alla Chiesa di Cristo, comporterà lacerazioni e strappi all’interno delle stesse famiglie… “padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia…”.
Anche oggi è così… non pensate? Spesso coloro che fanno scelte radicali per il vangelo sono derisi, le loro scelte considerate ridicole. Pensiamo ad una giovane ragazza entrata in un convento per dedicare la vita alla preghiera e alla carità cristiana: questo ha portato divisione in famiglia… non è stata capita. Pensiamo ad un giovane che ha deciso di dedicarsi al volontariato rinunciando a facili carriere, ottenute magari per conoscenze… oppure sta pensando ad una vita consacrata: molti lo vedono un fallito, non è stato capito.
Pensiamo anche ad una moglie che si dedica ai figli e al marito con dedizione e coltiva una fede sincera, personale, senza imporla a nessuno della sua famiglia… questa sua fede , magari, infastidisce il marito e i figli: anche lei non è capita e rispettata nelle sue scelte. Non sempre scegliere il vangelo suscita fascino, comprensione e adesione. Anche Gesù, quando fa sul serio, viene abbandonato dai suoi… e forse anche noi quando facciamo sul serio, quando amiamo come il vangelo ci invita a fare, diveniamo un segno di inciampo, di contraddizione… il vangelo fa scandalo nella società dell’immagine e del consumo, dello scarto e del rifiuto!
Dice Gesù: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, ma la divisione”. Se per “pace” intendiamo quieto vivere, sonno delle coscienze, compromesso … allora Gesù ha ragione a dire: “guerra”. Se “divisione” significa distacco dal male, presa di coscienza di ciò che non va, che ferisce l’uomo… allora Gesù ha ragione a portare la divisione. Cristo è fuoco… fuoco che brucia, che divampa, che illumina, che riscalda, che consuma.
Cristo è fuoco che vuole infiammare la nostra vita! Ci brucia dentro Cristo? Ci brucia da non poter fare a meno di pensare a lui? Ci è successo di desiderare profondamente di raccontarlo a chi ci sta accanto? Ci è successo di difenderlo in una discussione?
O di essere presi in giro per le nostre convinzioni? No? Brutto segno… allora proprio non si vede che siamo cristiani… È questione di testimonianza… siamo chiamati non a farci vedere, ma ad essere onesti nella nostra adesione al vangelo… coerenza che si fa trasparenza di Dio… E questo porta sofferenza… talvolta si perdono amici! La fede è fuoco che divampa…eppure, spesso, non si vede in giro tanta passione.
Io non vedo tra noi cristiani (ci sono naturalmente anche io in questo discorso… e totalmente!) tanta luce! Vedo molta tiepidezza, molta abitudine, molto conformismo… Concludo con le parole che Sant’Ignazio consegnò a Roma ai suoi primi 12 compagni di cammino: “Andate e incendiate il mondo!”. Che il Signore ci renda testimoni credibili del suo amore… divorati dalla passione per Lui.