“Nelle notti della nostra vita… Egli viene!”

seconda avvento
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II DOMENICA DI AVVENTO – Mc 1,1-8

Domenica scorsa abbiamo iniziato questo cammino di Avvento, soffermandoci su due termini che la Parola di Dio ci offriva per ben iniziare: “fate attenzione” e “vegliate”. Oggi vorrei soffermarmi sulle due frasi che aprono e chiudono il brano del vangelo.

La prima: “Inizio del Vangelo di Gesù”. D’impatto, ad una prima lettura, sembra una annotazione esterna, quasi un titolo da dare al testo… poi scopri che Marco ti sta dicendo… “è da qui che inizia una buona notizia” o più ancora: “Inizio della bella notizia che è Gesù!”. Ecco da dove partire per ricominciare a vivere, a progettare, a rimettere insieme i cocci di questo tempo che stiamo attraversando… partire da una buona notizia e non da paure, da angosce, da amarezze, da pessimismi, da sbagli commessi.

Fare così perché così fa Dio “Ecco io faccio nuove tutte le cose”(Ap 21,5). Anche la Bibbia inizia così: “In principio”… in principio c’era il caos, il disordine… “e Dio disse”, cioè parlò… e la sua Parola mise ordine “e Dio vide che era cosa buona”. Non ricominceremo mai, se il nostro cuore non è disposto ad aprirsi, ad accogliere. Non si ricomincia mai da una cattiva notizia. E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, allora proviamo a ripartire alleggerendo il cuore.

La seconda frase: “viene dopo di me uno più forte di me”. Attenti tutti… Giovanni non sta dicendo “verrà, sta per venire… domani”… no Giovanni dice “Viene”. Il verbo è al presente… cioè giorno per giorno, adesso, in questo istante… Dio viene. Anche se non lo vedi… viene; anche se non te ne accorgi, è in cammino su tutte le strade. Ed è bello pensare ad un mondo riempito di orme di Dio, e i suoi passi all’angolo di ogni strada. Dio cammina e calpesta la polvere del nostro vissuto… e Giovanni sa vederlo nella polvere del deserto di Giuda… ed Isaia lo annuncia e consola il popolo nel deserto che separa Israele da Babilonia. Non è facile, ma Giovanni ci aiuta, prova a scuoterci a farci aprire gli occhi… perché qualcosa sta per accadere… anzi accade già e il rischio, ancora una volta, è di non accorgerci! Dio si avvicina… nelle piccole cose di ogni giorno.

Si avvicina alla tua porta… ad ogni tuo risveglio. E allora Isaia… e Giovanni… sono voci nel deserto… voci che consolano, che aprono il cuore alla speranza… voci per cercatori di Dio. Il deserto, luogo della disperazione o luogo della ricerca? Avremmo proprio bisogno di vivere anche noi esperienze vere di deserto. Giovanni è stato una voce che nel deserto ha gridato… e continua a gridare alle nostre coscienze addormentate.

Abbiamo bisogno di una sveglia… di uno scossone che ci svegli dall’apatia e all’abitudinarietà. Abbiamo bisogno di Dio… abbiamo bisogno davvero che Lui rinasca in questo torpore quotidiano dove l’inutile e il superficiale troneggia e l’essenziale è adombrato. E se nell’Antico Testamento mandò Giovanni a gridare nel deserto, oggi manda la Chiesa a gridare nel deserto. Oggi manda te: tu sei la sua Chiesa! Le sue urla sono: cercate Gesù nella vostra spenta vita… le tue urla siano le stesse!!!

E sotto sotto scopriremo che c’è tanto desiderio di Dio. Usciamo nei deserti delle nostre città ad annunciare Gesù con la nostra vita. È quello che fece Giovanni, è quello che possiamo fare anche noi! “Inizio del vangelo di Gesù”… inizia qui una buona notizia, se vogliamo!

Dio viene e sa parlare al cuo­re, e lo insegna ai suoi pro­feti: “parlate al cuore di Ge­rusalemme, ditele che è fini­ta la notte” (Isaia).

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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