“Non c’è bellezza che non sia effusione, trasparenza, creazione dello Spirito”

pentecoste
pentecoste

PENTECOSTE 2023 – Gv 20,19-23

Lo Spirito soffia dove e quando vuole… e soprattutto soffia con l’intensità che vuole. È “Lui” l’origine di tutto quello che di bello vediamo nel creato. “Lo Spirito di Dio, dice il testo di Genesi, aleggiava sulle acque”… sulle acque informi, prima del mondo, prima degli alberi, prima delle rose, prima dell’uomo e della donna, prima d’ogni cosa bella.

Non c’è bellezza che non sia effusione, trasparenza, creazione dello Spirito Santo. E quella sera, in quello stesso cenacolo, che dopo il fatto della resurrezione ha visto gli eventi più significativi di questi cinquanta giorni… avvenne che: “La casa fu piena di vento, e apparvero loro come lingue di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno”.

È così… Lo Spirito Santo è come il vento che senti, che fa muovere le cose, le persone, ma non lo vedi. Capisci che è presente dal suo operato… o percepisci che è passato dai segni che ha lasciato. Oggi facciamo memoria della Pentecoste, avvenuta duemila anni fa, ma non è stata né la prima né l’ultima. Lo Spirito aveva già operato rinnovando la faccia della terra più volte prima e lo ha rifatto più volte dopo. Anche oggi è all’opera per rinnovare la faccia della Chiesa per il mondo.

Qualcuno lo ascolta con entusiasmo e porta novità, qualcuno frena per paura o prudenza. È normale, è sempre stato così. Colpisce nel racconto degli Atti il contrasto tra la paura che blocca i discepoli, rinchiusi con le porte addirittura sprangate per timore dei Giudei, e la gioia che subito li pervade non appena riconoscono il Signore Gesù. Così pure è da notare che, proprio per farsi riconoscere, Gesù mostra le mani (che – sottintende il testo – recavano i segni dei chiodi) e il costato squarciato dalla lancia. E poi… quel gesto di Gesù che alita sui discepoli. Il verbo è lo stesso usato in Genesi 1,2: “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” e in Genesi 2,7: “Il Signore Dio plasmò l’uomo … e soffiò nelle sue narici un alito di vita…”.

Dunque il dono dello Spirito corrisponde ad una nuova creazione. Il vangelo di questa domenica illustra molto bene anche altri aspetti della novità di vita portata dal Cristo risorto. Prima di tutto la pace. Per ben due volte il testo sottolinea queste parole di Gesù “Pace a voi!”. Non è soltanto il saluto abituale dell’ebreo: “Shalom!”. È molto di più: è quella pace che Gesù aveva promesso dicendo: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Giov.14,27). È una pace diversa da quella del mondo, perché è dono di Dio più che conquista dell’uomo. Perché non scende mai a compromessi con la menzogna, e soprattutto perché è partecipazione alla pace stessa di Gesù (“vi do la mia pace”).

E poi la missione: “a coloro cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro cui non perdonerete non saranno perdonati”. Il perdono dei peccati è l’impegno di tutti coloro che hanno ricevuto lo Spirito, donne e uomini, grandi e bambini. “Perdonate”, che vuol dire: piantate attorno a voi oasi di riconciliazione, piccole oasi di pace in tutti i deserti della violenza; aprite porte, riaccendete il calore, riannodate fiducia. Che entri questo Spirito… entri in noi per sconvolgere (almeno un poco!) le nostre vite, le nostre apatie, le nostre liturgie fiacche e insipide!

Eccoci a Pentecoste… Lui se ne va eppure rimane… Eccoci nel cenacolo… ancora chiusi con le porte sbarrate ed i nostri cuori che proprio vogliono starsene a pompare aria fritta invece che sangue. Viene e soffia ancora lo Spirito di Cristo risorto! Invocalo, invochiamolo insieme! Salga come unico canto la nostra invocazione! Vieni Spirito Santo, dissipa la mia inerzia ed il mio scarso coraggio di testimoniarti. Spazza la mia paura di scendere nelle piazze di questo mondo senza altra arma che il vangelo, senza altra torcia che la tua luce, senza altra bussola che la sola Parola… e te come fratello. Concludo: riappropriamoci di quel tempo in cui nella Chiesa lo Spirito si vedeva, si sentiva, si toccava.

Riappropriamoci di quello spirito che osava toccare i cuori nelle liturgie e spingeva la chiesa nel mondo. Dove sei? Dove sei nascosto Spirito Santo? Dove sei finito vento che si abbatte impetuoso? Dove sei fuoco che ricostruisce nell’umanità la capacità di parlarsi e di comunicare? Dove sei Spirito? Un drappello di straccioni erano quei dodici: “tra loro non c’era neanche un dottore”, diceva un canto che eseguivamo i giovani “di San Gennaro” nel giorno di pentecoste e nei nostri ritiri spirituali… questo drappello di straccioni ha cambiato il mondo!

È cominciata così la Chiesa duemila anni fa: un drappello di straccioni, povera gente, senza cultura… pescatori!

Nessuno avrebbe scommesso su di loro, ma lo Spirito si!. Succederà anche oggi? In questa Pentecoste 2023? Nella Parrocchia del Sacro Cuore? Amo sperarlo, con voi e per voi.

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

Potrebbero interessarti anche...