“PANE DA DONARE… PIEDI DA BACIARE!”
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Giovedì santo 2019
Al piano superiore di quella sala preparata per la cena degli ebrei… questa sera ci è dato di contemplare il vero volto di Dio! “Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro”.
Non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l’Eucaristia! È un dono tanto grande! Stasera… ogni domenica… si ripete per noi quel dono. “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo …
Prendete, bevete, questo è il mio sangue”.
Ecco perché è tanto importante andare a Messa la domenica. Andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere questo pane che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre. “DACCI SEMPRE QUESTO PANE” dovremmo sussurrare ogni domenica e non solo questa sera… Donati a noi sempre, Signore! E lui (Gesù) ci ripeterà ancora: “Mangiate, bevete, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue…
Eccomi per voi!”.
Non potremo mai veramente dirci cristiani, se non ci cibiamo di questo “corpo”. Dove una comunità si raccoglie il giovedì Santo sul far della sera… lì si sente ancora la temperatura del cenacolo! Chi è Dio? L’apostolo Giovanni… colui che quella sera… in quel cenacolo aveva poggiato il capo sul petto del Signore, fino a sentirne i battiti del suo cuore, per ben due volte ha osato affermare nella sua prima lettera: “DIO È AMORE”.
Quella sera, per i suoi, sarà il momento delle confidenze estreme… belle ed intense da affidarsi difficilmente alle sole parole! Quella sera è fatta di sguardi, di gesti, di silenzi… e l’Eucarestia donata trova il significato più profondo e chiaro, in quel gesto grande e al tempo stesso non plateale né tantomeno di facciata! Un gesto di rivelazione, che impegna la Chiesa e ciascuno di noi…un gesto che dice della Chiesa… che fa la Chiesa: “Farsi servi gli uni degli altri”.
Nella fraternità voluta da Gesù, chi vuole primeggiare deve amare fino a servire! “vi ho dato l’esempio affinché come ho fatto io facciate anche voi”. È importante, fondamentale, decisivo, decidere di spogliarsi… di denudarsi: (“DEPOSE LE VESTI”)… per farsi servi!
In quello spazio voluto da Gesù che si chiama Chiesa, è necessaria una spogliazione! Incontriamo gli altri quando eliminiamo barriere e corazze che dagli altri ci difendono! Se non c’è questa spogliazione, se non c’è questo lasciare le proprie difese, se non c’è questo stare di fronte all’altro nella verità, che vuol dire povertà, che vuol dire consapevolezza di una vita certamente non perfetta, che vuol dire piccolezza…se non c’è tutto questo, non c’è servizio, non c’è vita donata, ma c’è soltanto ricerca di una propria gratificazione personale!
“SI CINSE UN ASCIUGATOIO”… e si inginocchiò. Si inginocchia Dio! Si inginocchia innanzi all’uomo… alle sue povertà… ai suoi limiti… ai suoi fallimenti. Si inginocchia davanti alle sue infedeltà! Tutto in quel gesto umiliante di piedi da lavare!
Quest’amore che arriva non solo agli amici, ma anche a colui che di lì a poco, uscendo dal cerchio luminoso dell’amicizia, sarà risucchiato dalla notte del tradimento. Questa è la notte in cui Gesù ha davvero assunto i panni del servo e a guardar bene: sono panni che restano… perché quando Giovanni afferma che Gesù ha ripreso le sue vesti, non dice che l’asciugatoio se lo è levato… lo ha tenuto! È rimasto quel segno del servizio… è rimasto per sempre!
Gesù non rivendica… non condanna… non giudica… ama solamente! Ama Giuda il traditore… ama Pietro che di lì a poco lo rinnegherà… ama i discepoli che litigano per chi fra loro è il più grande, e che alla fine lo lasceranno solo… lo abbandoneranno.
Questo è il mandato che Gesù ci lascia… questo è il volto dell’amore che la comunità cristiana deve imitare. Mettiamo da parte i nostri litigi e le nostre inimicizie! Il vero nemico da combattere è l’astio, il rancore, l’indifferenza, la tiepidezza, la superficialità, la chiusura! Muniamoci tutti di acqua e catini… svestiamoci per indossare il grembiule del servizio. Inginocchiamoci gli uni innanzi agli altri e stringiamo piedi tra le mani, senza alzare lo sguardo sopra la caviglia, per non distinguere i nemici dagli amici! Risuoni per tutti il tintinnio dell’acqua nel catino e solo così risuoneranno le “Sue” parole e sui nostri piedi sentiremo ancora la stretta delle mani di Gesù.