“PERCHÉ È L’AMORE CHE RENDE BELLI!”

seconda domenica quaresima 2022
seconda domenica quaresima 2022

(Domenica della Trasfigurazione – II di Quaresima – Lc 9,28-36)

Se fra voi c’è qualcuno che, come me, ha avuto la grazia di visitare la Terrasanta, ricorderà il fascino del Monte Tabor: il monte della Trasfigurazione, un luogo di pace e silenzio avvolto nella meravigliosa pianura di Esdralon. Sembra quasi un tabernacolo, posto in alto, vicino a Dio!

Lì, il silenzio della preghiera, è interrotto solo dal vento, che solitamente soffia fuori dal Santuario, quasi un canto interiore… il solo che si può udire. Partiamo da qui e regaliamoci un tempo di silenzio nel frastuono delle nostre città, un tempo di pace alla presenza dello Spirito.

Un’ora, un giorno, 15 minuti… che importa. Il tempo con Dio non è misurabile… si dilata. Avvolge… coinvolge… accarezza. E anche solo un istante può profumare d’eternità. Gesù porta con se Pietro, Giacomo e Giovanni sopra un monte alto. La montagna… dove si posa il primo raggio di sole e dove l’ultimo indugia ad andar via! È lassù che appaiono Mosè ed Elia, gli unici che hanno veduto Dio; ed è lì che il suo volto cambiò d’aspetto. Saliamo, allora, sul Tabor!

È un regalo che non ti fa nessuno, te lo devi scegliere. E se ti è impossibile basta allora camera tua, il tuo balcone, la tua chiesa! Mi incammino come se fossi uno dei tre… Gesù davanti a noi. Perché quei tre? Privilegiati? Stando a ciò che di loro dicono i vangeli, quei tre sono piantagrane, danno sempre dei problemi.

Saranno loro a mormorare su chi è il più grande, su chi deve sedere alla destra o alla sinistra. Pietro poi si è appena sentito chiamare “Satana” dal Maestro (Mt. 16,23 dieci righe prima). Si, intuisce insomma che quei tre sono gente poco affidabile.

Forse è per questo che mi trovo a mio agio. Forse è per questo che il Signore ha acconsentito… affinché potessi seguirli pure io. Anch’io mi sento inaffidabile. Ti ho tradito così tanto Maestro! Cammino in silenzio. Su quel monte accade l’inaspettato. La luce che brilla, riempie, avvolge, riscalda, rischiara, illumina. “Il suo volto cambiò d’aspetto”… Volto di innamorato… perché è l’amore che rende belli… che fa brillare… che illumina!

È un assaggio della Risurrezione, quando il Padre mostrerà al mondo che è l’amore l’ultima parola. Quando si è innamorati, la bellezza si vede. Tutto brilla di luce. Siamo condotti sul Tabor per fare esperienza del bello, noi che spesso siamo travolti dall’orrido! Spaventa vedere in giro tanta bruttezza! Ma oggi… al Tabor, ci viene detto che c’è una bellezza che permane perché è eterna! Sul Tabor… Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo!

Ma… e c’è un ma: dal monte però si scende… si ritorna alla quotidianità e porto con me quei momenti, chiedendomi giorno per giorno… istante per istante se sto regalando bellezza… se il mio incontro ordinario con le persone è avvolto dalla bellezza, se il mio celebrare l’eucaristia comunica bellezza. I silenzi, i canti, le processioni, gli inchini del corpo e le mani allargate, le mie labbra e il mio volto, le mie parole e le mie espressioni… comunicano bellezza?

Impariamo in questi giorni a leggere la bellezza intorno a noi… e a ruminarla, assaporarla… per poi raccontarla. Raccontarla, nella gioia di un incontro, nelle parole di un racconto, nel silenzio di uno sguardo, nel movimento di una passeggiata… oltre le ombre.

E poi… nella luce di Cristo, leggere la bellezza… anche la mia… la tua, oltre ogni ombra. Al Tabor il Padre domanda di ascoltare Gesù. Una nube li avvolse… e alla fine… alzando gli occhi… Pietro, Giacomo e Giovanni non videro nessuno, se non Gesù solo.

E non è cosa da poco! Scendo dal mio Tabor solo con te Maestro. E alla fine di questi quaranta giorni… mi ritrovo con te solo. È quello che dobbiamo desiderare! Ne avremmo fatta di strada… magari avremo anche sperimentato cadute e fallimenti.

Non importa… rialziamoci sempre e camminiamo… per poter dire alla fine… ce l’ho fatta maestro… sono qui davanti a te…

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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