PIÙ PROFONDA È LA NOTTE… PIÙ LUCENTI SONO LE STELLE!
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(Solennità del Sacro Cuore di Gesù)
Oggi la chiesa offre alla nostra contemplazione questo mistero: il mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull’umanità.
Oggi noi professiamo la sicura certezza che il Cuore di Cristo ancora pulsa nel nostro mondo e non smette di amarci nonostante tutto… nonostante noi! Fu così per l’evangelista Giovanni, che nell’ultima cena posò il suo capo sul petto del Signore, avendo il privilegio di sentirne il pulsare intenso mentre egli stava per celebrare la prima consacrazione per poi iniziare la sua straziante passione.
Fu così per Maria di Magdala che sentì in lei i salutari effetti di quell’amore: si sentì amata, perdonata e convertita, e con lei una schiera di peccatori… di uomini e donne oppressi dal male fisico e spirituale. Chi di noi non ha sentito con la gioia del perdono l’intensità di quell’amore?
Chi dopo una comunione eucaristica non si è sentito amato, preso, coinvolto, immerso in quel cuore? Simbolo di tale amore che va oltre la morte, è il suo fianco squarciato da una lancia. A tale riguardo, il testimone oculare, l’apostolo Giovanni, afferma: “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue ed acqua” (cfr. Gv 19, 34).
Il suo Cuore divino chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi un dono di amore senza riserve. Abbiamo un Dio “innamorato di noi”, che ci accarezza teneramente proprio come fa un papà con il suo bambino. Non solo: lui ci cerca per primo, ci aspetta e ci insegna a essere “piccoli”, perché “l’amore è più nel dare che nel ricevere” ed è “più nelle opere che nelle parole”.
Dio ha un cuore. Un cuore che si commuove di fronte all’amico Lazzaro e che gioisce nel riabbracciare il figlio che ritorna a casa. Guardare a questo grande amore rappresentato dal cuore squarciato di Gesù, significa provocare anche il nostro cuore. Abbiamo bisogno di sentire l’amore di Dio per avere un cuore capace di amare. Ecco il punto da cui partire per vivere da cristiani nella nostra vita, il Cuore di Gesù! Perché se abbiamo realmente il coraggio di guardarci interiormente scopriamo che in una certa misura abbiamo bisogno tutti di un supplemento d’amore. Entrare nel cuore di Gesù… è la proposta che Dio fa all’umanità… a ciascuno di noi. Entrare nel suo cuore per comprendere il nostro cuore.
Quando ci sentiamo “pecore smarrite” nella vita, o quando sentiamo e percepiamo il senso di essere “peccatori che vogliono convertirsi”. Guardiamo al cuore di Dio, e il nostro cuore si riempirà. Entriamo nel cuore di Dio per colmare il nostro cuore. Entriamo nel cuore di Dio attraverso l’accesso unico e irripetibile, il solo… lo squarcio nel cuore del Figlio. Attraverso Gesù entriamo con gioia in questo abisso della Misericordia divina… e per farlo basta una sola parola: Gesù. “…E io sarò salvato”…da tutto ciò che non è amore.
“Chi vede un atto d’amore vede la Trinità”, affermava Sant’Agostino. Amiamo e saremo icona del Cuore di Cristo; doniamo e saremo luce riflessa della Trinità che nel Cuore del Figlio, dona, accoglie ed illumina chi attende l’alba di un nuovo giorno. Più profonda è la notte… più lucenti sono le stelle!
E noi possiamo essere una di esse. “Giunge un giorno nel quale – diceva don Orione ad un adolescente di nome Ignazio Silone – si comprenderà che la nostra gioia consiste nel divenire causa di gioia per altri”.