PORTA STRETTA… INGRESSO RISERVATO AI BAMBINI!

porta stretta a misura bambino 2
porta stretta a misura bambino 2

(XXI dom.t.o. – Lc 10,22-30)

Rispondendo ad un tale che gli chiedeva se sono molti quelli che si salvano, Gesù indica una porta stretta che è quella della coerenza, della trasparenza, della verità, della radicalità evangelica… del servizio. La porta è stretta, ma non perché Gesù ama per noi gli sforzi, le fatiche, i sacrifici.

Stretta perché è la misura del bambino: “Se non sarete come bambini non entrerete!”. Se la porta è piccola, per passare devo farmi piccolo anch’io. I piccoli e i bambini passano senza fatica alcuna. Perché se ti centri sui tuoi meriti, la porta è strettissima, non passi; se ti centri sulla bontà del Signore, come un bambino che si fida delle mani del padre, la porta è larghissima.

Per la porta larga vuole passare chi crede di avere addosso l’odore di Dio, preso tra incensi, riti e preghiere, e di questo si vanta. Per la porta stretta entra “chi ha addosso l’odore delle pecore” (papa Francesco), L’insegnamento è chiaro: fatti piccolo, e la porta si farà grande; lascia giù tutti i tuoi bagagli, i portafogli gonfi, l’elenco dei meriti, sgonfiati di presunzione, dal crederti buono e giusto, dal sentirti sempre il migliore!

La porta è stretta ma aperta. È aperta e sufficiente per tanti… tantissimi! Infatti la grande sala è piena… vengono da oriente e da occidente ed entrano. Non sono migliori di noi o più umili, non hanno più meriti di noi… non è questo. Hanno accolto Dio per mille vie diverse. Dio non si merita si accoglie. La fede è fuoco dicevamo domenica scorsa,… e questo fuoco ci spinge anche ad attraversare un momento difficile, ad andare verso… attraverso una porta stretta.

Tremendo quel passaggio in cui Gesù afferma: “Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.

Che triste una scena del genere… non essere riconosciuti da colui che pensiamo di servire! È un ammonimento forte rivolto proprio a noi che ci diciamo discepoli… non a quelli che a messa tutto sommato sono lì parcheggiati, ma a noi che in qualche modo crediamo di fare sul serio con Gesù. A noi che come i farisei, corriamo il rischio di sentirci i migliori… noi dei movimenti, noi dei gruppi, noi delle associazioni, noi che predichiamo il vangelo.

Ecco… noi, proprio noi, siamo chiamati a vegliare… a vigilare. La fede cristiana non è una colata di cemento sulla nostra vita… ne una spruzzata di panna sulla torta, come ha affermato Papa Francesco. Al contrario… la fede è ciò che ci spinge, perché è fuoco che incendia prima e soprattutto noi! Se non siamo fuoco, non potremo incendiare! Quello che Gesù oggi dice a me… a voi è: “non pensare se ti salvi… se alla fine prendi il premio… se tutte le cose che hai fatto e segnato devotamente nel tuo promemoria tascabile, alla fine ti daranno la salvezza”.

Pensa invece se sei con me… se le tue giornate sono piene di me… in compagnia di me! Ed è bello perché Gesù conclude dicendo che alla fine assisteremo a delle belle sorprese. Troveremo nella pienezza di Dio persone che non ci aspettavamo… e non troveremo persone che ci aspettavamo! Beh… questo sarà simpatico! Perciò asteniamoci sempre dal giudizio… nessuno può conoscere il cuore e la fede delle persone.

Concludo… quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli.

Non basta mangiare Gesù che è il pane, occorre farsi pane. Continuiamo il nostro cammino cercando di non abituarci alla fede, a non sederci, a non diventare cristiani da divano… Lasciamo che Gesù ci bruci dentro!

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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