PRENDERSI CURA… COME GIUSEPPE

(Santa Famiglia – Mt 2,13-15.19-23)
Abbiamo imparato a conoscerli questi due giovani . Giuseppe, giovane innamorato della sua giovanissima e splendida Maria ormai sua promessa sposa. Stavano insieme vivendo l’anno ufficiale del fidanzamento… anno carico di sogni, emozioni, passioni e desideri di una vita che stanno per essere coronati.
E invece… tutto d’improvviso crolla! Maria è incinta e Giuseppe è l’unico a sapere di non essere lui il padre. Sappiamo poi come sono andate le cose. Ed eccoli qui di nuovo, i due ragazzotti innamorati a cui Dio ha sconvolto la vita. Le avventure continuano, non un attimo di pausa… passano continuamente da un’emergenza all’altra…
Lo sanno bene Maria e Giuseppe quello che hanno passato. Eppure ad ogni passo sanno guardarsi con l’amore di sempre e ricordarsi quelle parole ascoltate più volte: “non temere”. Non temere Maria, non temere Giuseppe. Quando si parla di Giuseppe si parla di sogni (lo abbiamo visto nella IV domenica di Avvento). Sogni che si insinuano nella storia di Giuseppe. C’è poco da dire, possiamo girarci attorno quanto vogliamo… ma Giuseppe è un gran sognatore.
Non fraintendiamoci: non ha la testa tra le nuvole. Non è un romanticone. Eppure si fida di questi sogni. Dio non appare, non parla, non comunica con una lettera… ma nei sogni di questo singolare neo papà. E lui ci crede, si fida, non molla. Quando Dio entra nella nostra vita è sempre così: comincia a farci sognare. Anch’io ho imparato a sognare, è stato Lui ad insegnarmelo. È stato Gesù che mi ha insegnato a sognare e credo che per molti di noi sia così, no?
Dai primi attimi di vocazione, ai momenti più duri e faticosi… è da Lui che abbiamo imparato a sognare! Poi arriva il momento che scopri che quel sogno non è tuo… ma di Dio! Continuiamo a sognare, a sognare di imparare la nostra fede da questa famiglia, da Giuseppe. I suoi sogni non sono stati per nulla un’assicurazione sulla vita… nessuna poliza di esenzione da sofferenze e pericoli. Un sogno per volta, un passo dopo l’altro, non senza fatica, senza interrogativi… ma con fiducia!!!
Alzati e prendi con te… Alzati e prenditi cura di lei, di lui, di ogni uomo. Qui c’è il volto della Chiesa! La famiglia di Nazareth fugge in Egitto nella notte, braccati dal timore di Erode! Contemplare la famiglia di Nazareth significa passare dal quadretto della famiglia Barilla o del Mulino Bianco, alla vita vera, quella che c’è fuori casa nostra. È lì il nostro Dio. È lì che scappa, fugge, braccato ed impaurito. Alziamoci e prendiamoci cura dei nostri fratelli… lasciamo che il verbo si “incarni sul serio”… che cammini con noi nelle periferie esistenziali!
Facciamoci prossimi ai fuggitivi di ogni ambiente, perché dai nostri gesti e dai nostri volti, dalle nostre case aperte e dai nostri cuori spalancati, possano sperimentare cosa significa oggi quella parola non temere!
La famiglia di Nazareth ci insegna questo, ce lo mostra… il Natale comincia oggi! Eccolo nelle strade di questo mondo il vero presepe, lì incontreremo ancora Maria e Giuseppe, lì si cela il Bambino… nelle righe storte della storia… Scoviamo questo Bimbo… e fermiamoci… e serviamolo… e adoriamolo!
Buon Natale!