QUELLA MONETA SOTTO LA TUNICA!?

date a cesare 3
date a cesare 3

(XXIX domenica t.o. – Matteo 25,15-21)

“Date a Cesare quel che è di Cesare…”… è una delle citazioni evangeliche che più conosciamo.  Usata e inflazionata da uomini di stato e di chiesa, per rivendicare autonomie e libertà individuali. Comunque sia… qui è necessario sapere che la domanda viene posta per mettere in difficoltà Gesù.

Israele vive sotto la dominazione romana, a tratti più presente e oppressiva… in altri momenti, più discreta. Ma resta il fatto che ogni suddito dell’Impero era tenuto, almeno una volta all’anno, aversare le tasse all’oppressore straniero!

La cosa simpatica poi, è che a porre la domanda sono gli erodiani e i farisei: nemici tra loro ma qui amici! Beh… si sa: quando due nemici hanno un nemico comune… diventano amici! E qui il nemico è Gesù di Nazareth. La trappola è bene orchestrata: se Gesù rifiuta di pagare la tassa si pone contro Roma e gli erodiani .

Se Gesù accetta di pagare le tasse si mette contro il popolo che dell’occupazione romana proprio non ne vogliono sapere! E allora Gesù… chiede una moneta. I farisei, ingenuamente, frugano sotto la tunica e gliela porgono. I puri tengono in tasca una moneta con l’immagine di Cesare. Ma come!!!  Ma nel Tempio non era vietato portare immagini? Non era forse questo il motivo per cui fuori c’erano i cambia valuta, per cambiare le monete straniere con una neutra?

Ecco un bell’esempio di ipocrisia!!! Proprio i farisei… quelli che sanno sempre tutto, possono dire tutto su tutti e su tutto… quelli che possono fare la morale a tutti, perché solo loro sono ligi, puri e senza errori… sono i primi a non stare in regola!!! Gli ipocriti: attori in tutto… quelli che recitano solo la parte… quelli che accusano negli altri il marciume che hanno loro e di cui non riescono proprio a liberarsi!

E noi? Stiamo forse recitando una parte? Quella del parrocchiano doc o del prete bravo, simpatico, trascinatore… e soprattutto spirituale??? Forse è il momento di togliere le maschere: di essere noi stessi e non recitare in ogni ambiente che viviamo (chiesa, casa, lavoro, scuola). L’errore dei farisei sta nel fatto che nella vita pubblica fanno i perfettini… e nel quotidiano, poi, cedono a mille compromessi.

Se l’immagine è di Cesare bisogna restituirgli la moneta. E restituire a Dio ciò che è di Dio. Detto questo… allora il discepolo di Gesù, si sforza di non scendere a compromessi… di non barattare il vangelo con il pensiero dominante e soprattutto vive il suo quotidiano da cittadino onesto… paga le tasse (!).

Detto questo… chiediamoci soprattutto se c’è  qualcosa di nostro che appartiene a Dio e che gli va restituito! Bella la domanda di Gesù: “Di chi è l’immagine?”. Noi che ci diciamo cristiani… l’immagine di chi siamo?

Noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. È ancora questa l’immagine che trasmettiamo? Il Dio che professiamo è il Dio di Gesù Cristo? Perché molto spesso… il Dio di Gesù è tanto diverso dal Dio dei cristiani! Il grande Mahatma Gandhi dopo aver letto il vangelo, affermava: “Mi piace il vostro Cristo, non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo”.

Dare a Dio quello che è di Dio! E se la sua immagine in noi, l’abbiamo perduta da qualche parte… è possibile recuperarla. Come? “Beati i puri di cuore”. Ecco!!! Chiedere ogni giorno questa beatitudine: perché nel cuore puro dimora Dio!

 

 

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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