RIPORTACI SULLA VIA DEL CUORE

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(III domenica di Quaresima – Gv 2,13-25)

Siamo in cammino verso la Pasqua e la liturgia ci presenta un Gesù che davvero non ci aspettavamo!

Dopo aver compiuto il passaggio dal deserto della prima domenica alla luce della trasfigurazione di domenica scorsa, oggi la sua immagine è davvero sorprendente. Come mai Gesù ha questa reazione violenta? Cos’è che gli fa “perdere le staffe?”. Che effetto ci fa “vederlo” così?

Probabilmente questo gesto ci piace perché la nostra sensibilità ci dice che ciò che riguarda Dio e la religione deve essere gratuito. Ma il gesto di Gesù è molto più importante di quello che istintivamente pensiamo, perché cacciando i mercanti dal tempio fa saltare tutta una prassi religiosa che anche oggi, ogni volta che viene denunciata e cacciata fuori, in qualche modo rientra dalla finestra.

Abbiamo bisogno anche stavolta di fermarci… riflettere e purificare; e, per farlo, la Parola ci offre due atteggiamenti concreti: ascoltare e liberarci. Ascolta Israele: Io sono il Signore che ti ha liberato.

Non quello che ti vuol fare tribolare, o che ti manda le malattie, o che si disinteressa di te. Io sono il Dio che ti ha dimostrato mille volte attenzione… premura… affetto. Vedete… Le dieci parole (così come le chiamano gli ebrei), più che comandi, vanno viste come indicazioni, proposte, percorsi… non dieci “comandamenti”, come se fosse il regolamento di una scuola, o il Codice della strada. Indicazioni per raggiungere Dio, e diventare più uomini.

Il Dio che ci ha creato ci offre… ci dona indicazioni semplici per contenere l’ombra che scopriamo dentro di noi. Insomma… Dieci parole per vivere bene! Parole brevi per scoprire il segreto della felicità.

E invece noi, molto spesso, accogliamo queste parole come un’ ingerenza dell’Altissimo, forse invidioso della nostra libertà… che ci lega le ali con una serie di prescrizioni! Gesù, annota Giovanni, conosce ogni uomo dentro, non ha bisogno di consigli… sa cosa alberga in ogni cuore.

E Gesù sa bene che, allora come oggi, esiste un modo di avvicinarsi a Dio che ha a che fare più col mercanteggiare che con la fede.

Perché Gesù se la prende tanto con i mercanti del Tempio? Ciò che Gesù contesta radicalmente è la visione che soggiace a questo mercanteggiare: voler comprare favori da Dio! Offrire un olocausto… e farlo diventare una specie di contratto, di corruzione di pubblico ufficiale: cerco di convincere Dio ad ascoltarmi, gli offro qualcosa che lo possa piegare alla mia volontà!

Anche oggi succede così: partecipiamo a Messe noiosissime, facciamo qualche offerta, pratichiamo faticosamente qualche fioretto… con la segreta speranza che Dio possa (finalmente) ascoltarmi.

Non è a un despota da corrompere, né a un potente lunatico che ci rivolgiamo nella preghiera, ma al Dio di Gesù, che sa di cosa hanno bisogno i propri figli! La prima purificazione da fare, è quella di convertire il nostro cuore al Dio di Gesù. Dio non si merita, si accoglie.

Il capovolgimento portato da Gesù è un Dio che non chiede più sacrifici, ma che sacrifica se stesso per noi, prende su di sé il male e lo porta fuori dal mondo, fuori dal cuore… lo inchioda sulla croce… Quando i Giudei gli chiedono di giustificare il suo gesto, Gesù porta gli uditori su di un altro piano: Distruggete questo tempio e io lo riedificherò.

Tutt’altro è il tempio di Dio! Gesù instaura la religione dell’interiorità, porta l’uomo sulla via del cuore.

Nel Vangelo vediamo Gesù frequentare talvolta il tempio, ma molto più spesso la vita, le case, i campi, il lago… villaggi e polvere… tanta polvere delle strade di Palestina. Gesù insegna che Dio ci raggiunge nella vita di tutti i giorni… raggiunge noi che siamo suo tempio fragile… bellissimo e infinito. Se potessimo imparare a camminare nella vita… nella vita interiore e in quella degli altri, con venerazione…

L’ultima parola del Vangelo oggi dice: “Egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo”.

O Dio, che conosci cosa c’è di ansie, di paura, di forza, di tenebra nel cuore di ogni uomo.

Tu che ci hai fatti così, ricordati che siamo deboli e cadiamo facilmente, ma ricordaci anche che siamo tuo tempio, che in noi c’è il bene più forte del male, c’è il bene più antico del male… riportaci sulla via del cuore!

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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