SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE

padre nostro
padre nostro

(XVII dom. t.o. – Lc 11, 1-13)

“Signore, insegnaci a pregare”… è la richiesta che i discepoli rivolgono al maestro.

È il desiderio di incontrare il Padre, in un dialogo intimo e personale. È la richiesta rivolta al solo maestro capace di insegnare l’arte di questo dialogo che abbraccia l’universo… e nell’universo… Dio! L’uomo ha bisogno di pregare… ma quale è lo specifico della preghiera cristiana?

Quali sono le condizioni per cui una preghiera sia riconosciuta degna di un discepolo di Gesù? Luca ci offre questo insegnamento partendo da Gesù che prega! L’evangelista ci racconta che “si trovava in un luogo a pregare”… lui che era il Figlio di Dio, trova il tempo per pregare. Anzi, è l’atteggiamento più ricorrente che il vangelo ci ricorda di Gesù.

“E alzati gli occhi al cielo…” di giorno, di notte, prima di un miracolo, di una guarigione, decisone o iniziativa… Gesù pregava! Eppure… ancora si sente chi dice che la preghiera non è necessaria… fa perdere tempo… meglio agire, fare.

Ringraziamo gli apostoli, in questa domenica, perchè ci insegnano che prima di ogni altra cosa… è vitale pregare. È l’unica cosa che loro chiedono al maestro! Dobbiamo re imparare ad alzare “gli occhi al cielo”… per giungere fino a Dio. Insegnaci a pregare, Gesù… è quello che vogliamo chiedergli anche noi. Di Lui (Gesù), non conosciamo cosa diceva nella sua intima preghiera col Padre… ma i vangeli ci dicono che pregava.

Se volete, questo è più della formula… più del “Padre nostro”… perché Gesù prima ancora che essere maestro di preghiera, è “un uomo che prega!”. Dunque è bene pregare… anzi: fa bene pregare! Il problema è sempre lo stesso… abbiamo tempo per tutto tranne per la preghiera. Non c’è mai tempo! Abbiamo tempo per lo sport, la danza, l’uscita con gli amici, lo shopping… riempiamo le nostre giornate di tutto e per tutto… tranne che per Dio.

Abbiamo le nostre giornate così piene… adesso ci si mette anche Lui (Dio)? Si faccia bastare la messa domenicale no? Un autore francese diceva che non aveva mai visto nessuno morire di fame, perché non aveva avuto il tempo di mangiare. Ora… la preghiera è ancora più importante del cibo e per di più fa bene alla salute. E sapete perché? Noi non siamo solo corpo… c’è un anima in noi! E anche lei chiede di essere nutrita per non soccombere!

La preghiera fa respirare l’anima… e se sta bene lei… anche il corpo ne trova giovamento! Riconsideriamo la nostra preghiera, allora… tiriamola fuori da quel carcere penoso in cui l’abbiamo relegata… da quella meccanicità, mista a confusione e fretta di finire. Dico spesso ai miei parrocchiani, che se desiderano una messa toccata e fuga… vadano altrove! E si… perché facciamo tanto e tutto in fretta… almeno la celebrazione Eucaristica, lasciamola vivere  nella sua serenità e tranquillità.

A messa si dovrebbe andare senza orologio… di Dio ci dobbiamo saziare, come quando andiamo a cene con gli amici… avvertire la stessa gioia dello stare con loro. Lui che ci ha detto “non vi hio chiamato servi, ma amici” vuole esserlo sul serio… vuole piacevolmente intrattenersi con noi… da buon amico!

Non diamogli fretta… non diamoci fretta, almeno per l’incontro con Lui.  Non ci costa stare con un amico… vero? Anzi ne sentiamo il bisogno! Proviamo a fare così con la preghiera: sentiamone il bisogno. Come fare per giungere a questo? Semplice: nuotando, si impara a nuotare; sciando si impara a sciare… anche a pregare si impara pregando!

L’appetito vien mangiando, insomma! E così: più si prega… più aumenta (anche qui) l’appetito! Auguro a me e a voi, che la preghiera diventi la struttura portante delle nostre giornate.

Tutto può la preghiera… tutto è possibile se ci si affida alla Sua compagnia. È il modo per diventare cristiani più solidi: donne, uomini… laici protagonisti e responsabili… e preti e consacrati credibili e veri!

 

 

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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