Storia della parrocchia

La S.V. è invitata venerdì 8 settembre alla solenne cerimonia della benedizione della prima pietra (della chiesa) dedicata al Cuore Sacratissimo di Gesù ai Gerolomini. Con queste parole , i fedeli di Pozzuoli venivano invitati alla posa della prima pietra di quella che sarebbe stata la Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù nel Rione dei Gerolomini. A rendersi interprete dei desideri dei fedeli e a farsi promotore dell’opera, fu il canonico don Antimo Lopez, il quale con abnegazione totale, per anni si prodigò con le più svariate iniziative, a raccogliere i fondi.

La necessità di una chiesa per quel rione popolatissimo… che in estate vedeva praticamente raddoppiate le sue presenze per le vicine terme, furono espresse da don Antimo alle autorità religiose e non solo, per l’approvazione e la partenza in questa avventura che incontrò non poche difficoltà.
Innanzitutto, non a caso, don Antimo pensò alla costruzione della Chiesa proprio ai piedi della collina di San Gennaro e dedicata poi al Sacro Cuore di Gesù; diceva infatti che “Il sangue dei martiri puteolani, versato su quel colle per amore di Cristo, veniva da Cristo stesso, raccolto nel suo cuore, segno di amore infinito”
Il Santuario di San Gennaro e “Il Santuario del Sacro Cuore” (così lo chiamava spesso don Antimo) dovevano essere per l’intera comunità puteolana, due fari accesi… due luci… un unico cuore… un unico amore.La cerimonia ebbe luogo, dunque, l’8 settembre del 1916, presso la proprietà Agata Oriano, in via Napoli, alle ore 18.00… ma la costruzione della chiesa fu rinviata al primo dopoguerra.

Solo nel 1931, con un invito sacro del promotore della fabbrica della chiesa (così scriveva) don Antimo Lopez, si annunciava l’apertura al culto del Sacro Tempio… vi leggiamo: “Il tempio del Sacro cuore di Gesù, iniziato appena due anni fa alla contrada Gerolomini-Pozzuoli, è già in condizione di poter essere aperto al culto, e offrire ai numerosi forestieri un caro rifugio di fede e di pietà. Una chiesa era di estrema necessità a quel rione popolatissimo: l’esigenza sociale del benessere spirituale della popolazione la reclamava da anni: i voti sono finalmente appagati. La S.V. cui tanto sta a cuore il culto della gloria di Dio e delle patrie tradizioni, non mancherà di intervenire domenica 12 luglio alle ore 18 con l’intervento di S.E.Mons Vescovo Giuseppe Petrone”.L’invito era datato 5 luglio 1931.
E veniamo al momento dell’inaugurazione… Ne “La voce della verità” A.15 -1931- n° 7-8 pag.14 (Organo ufficiale della diocesi di Pozzuoli), compare un articolo dal Titolo “La nuova Chiesa ai Gerolomini a Pozzuoli”.

Si racconta che quel pomeriggio dell’inaugurazione “il rione dei Gerolomini fu tutto in movimento. Striscioni per tutta la città annunziavano un fatto che costituiva la realizzazione, di ciò che pareva un sogno e che era diventato passione ardente di quel buon popolo: l’inaugurazione della nuova Chiesa. Sorgeva finalmente!”.Insomma era un esplosione di gioia per quel popolo che per più di mezzo secolo aveva dovuto contentarsi di una stanza a pian terreno cui era stata aggiunta un’altra sfondando il muro divisorio, risultandone un tutto disuniforme poiché non s’era potuto neanche conservare la linea retta dei muri. Ma quella stanza era sembrata fino a quel momento una basilica perché per i fedeli era comunque la possibilità di avere un luogo di culto, un sacerdote tutto per loro e poi… la madonnina… si, la loro Madonna del Carmine… piccola assai ma graziosa e teneramente venerata come loro protettrice. Per lei nel mese di luglio venivano organizzati grandi festeggiamenti, che duravano giorni, con le celebrazioni religiose, concerti bandistici, gare per piccoli e giovani e finanche una regata dei pescatori lungo tutto il percorso del lungomare… ma ora quella festa non c’è più… ci hanno pensato i ladri ad interromperla, facendo sparire per sempre quella statuina, rubando con lei un pezzo di storia di quella ridente comunità dei Gerolomini. La chiesa che per desiderio del vescovo divenne parrocchia, era però terminata solo nella parte grezza ma si poteva officiare comodamente… il progettista fu l’Ing. Antonio Causa.
L’inaugurazione ebbe luogo con una celebrazione molto suggestiva. A presiedere era il vescovo e a lui faceva corona tutto il Seminario. Si benedissero prima le nuove campane e la fabbrica; poi partì una processione che condusse la Madonnina dalla vecchia chiesa alla nuova. Impossibile descrivere l’entusiasmo del popolo. Alla festa si univano anche i moltissimi, villeggianti.

Il vescovo Giuseppe Petrone volle accogliere “la Regina del cielo sul limitare della porta  e – continua l’articolo – dopo i rituali tiri d’incenso seguì il simulacro tra il canto del Te Deum”.

Vedere entrare la Madonnina che fu collocata su un trono costruito alla buona così come alla buona fu costruito l’altare, dovette essere uno spettacolo di grande emozione e commozione. Commozione che non potè nascondere neanche il vescovo, il quale nel discorso a chiusura della celebrazione rivolto al popolo, con il cuore colmo di gioia e, prendendo spunto dalle parole di Elisabetta a Maria, esclamò “exultavit infans in utero meo” spiegando come anche nel suo petto esultava il suo cuore per la realizzazione di un desiderio non solo del popolo ma anche suo.

Invocando copiose benedizioni sul Cappellano don Antimo Lopez e su tutti coloro che si erano

adoperati per la costruzione della Chiesa, Il Vescovo Giuseppe Petrone, fece ritorno nell’episcopio al Rione terra.

Gli anni trenta
Nel 1931 la Diocesi di Pozzuoli visse un evento di particolare grazia, che per alcuni riflessi, coinvolse la nostra Chiesa parrocchiale: sto parlando del primo e unico Congresso Eucaristico Diocesano. Fu Mons. Giuseppe Petrone, vescovo di Pozzuoli, ad annunciare la celebrazione, durante la festa del santo patrono Procolo, il 16 dicembre del 1930. In una notifica del vescovo, vi si legge: “nel prossimo anno ricorre una data bellissima, si compiono 150 anni da che le reliquie dei nostri Santi Patroni vennero a Pozzuoli e, per divina misericordia, si compirà il decimo anniversario del nostro Episcopato. Riteniamo perciò il prossimo 1931 l’anno meglio indicato per celebrare il desiderato Congresso Eucaristico Diocesano”. Detto questo, il vescovo chiariva poi in cosa consistesse tale Congresso, dichiarando che non sarebbero mancate anche manifestazioni pubbliche di omaggio e adorazione al SS. Sacramento. Contemporaneamente, Mons. Petrone compose una preghiera per il Congresso Eucaristico, da recitarsi durante tutte le sacre funzioni. Il Congresso fu fissato per i giorni 2-3-4-5 luglio 1931. Tuttavia la sua organizzazione fu turbata dal fatto che il governo fascista, il 30 maggio 1931, praticamente ad un mese esatto del grande avvenimento, ordinò l’immediata chiusura delle associazioni giovanili di azione cattolica. In seguito a tale provvedimento, il vescovo ritenne opportuno rinviare l’evento con un comunicato: “Il nostro Congresso Eucaristico è rinviato!” (19 giugno 1931). Dopo la schiarita dei rapporti fra Stato Italiano e Chiesa, si ritornò a parlare del Congresso. “Il Signore vuole il nostro Congresso – scriveva il vescovo Petrone alla diocesi – e lo celebreremo dal pomeriggio del 30 settembre al 4 ottobre […] dobbiamo vedere nei giorni del Congresso tutta la diocesi in fiamme: tutta una fiamma santa e santificante. Avanti dunque, avanti per Gesù… Avanti!”.

Il Congresso fu preceduto da una missione popolare che durò una intera settimana. Nella cattedrale e nella chiesa di S. Maria delle Grazie predicavano i P. Cappuccini mentre nella nostra Chiesa furono ospitati per le predicazioni i padri Vocazionisti di Pianura. Il Congresso fu inaugurato nel Duomo alle ore 17.00 del 30 settembre con il canto del Veni Creator Spiritus. Al rito erano presenti tra gli altri il card. Alessio Ascalesi Arcivescovo di Napoli e poi i Vescovi di Caiazzo, Capua, Gaeta, Sorrento, Nola, Ischia e poi gli abati di S. Paolo fuori le mura, Montevergine, Montecassino, Cava dei Tirreni. Dal giorno seguente si tennero, nella Chiesa della Purificazione, gli incontri di studio in cui si alternarono illustri predicatori sulle tematiche più varie inerenti il Culto Eucaristico. Fra questi relatori, voglio qui ricordare il Servo di Dio don Giustino Russolillo, il quale tenne una meditazione dal titolo: “Il Viatico Solenne”. Negli stessi giorni, alle ore 10.00, vi erano Celebrazioni Eucaristiche presiedute dai Vescovi summenzionati, mentre alle ore 18.00 i solenni vespri presieduti dagli Abati ospiti. Il Congresso si concluse il 4 ottobre con il Pontificale presieduto dal Card. Ascalesi di Napoli e la processione eucaristica per le vie della città. Le strade di Pozzuoli non avevano mai visto un corteo simile – leggo ne “La voce della Verità” anno XV, n. 10-12 (1931) – la processione uscì dalla Cattedrale alle ore 16.30, e i vari gruppi di fedeli, convenuti da tutta la Diocesi, si unirono ad essa a partire da alcuni punti strategici: dal Duomo, dalla Chiesa del Purgatorio, della Purificazione e del cortile municipale. Il percorso fu: via Duomo, via Carlo Rosini, Anfiteatro, Rione Oberdan, via Ragnisco, via G. B. Pergolesi, via C. Battisti, via V. Cosenza, piazza Vittorio Emanuele (oggi piazza della Repubblica) e, attraverso il corso, si giunse alla nostra Chiesa dei Gerolomini, dopo aver attraversato tutto il lungomare. Il corteo, diviso in gruppi, era guidato da altrettanti cerimonieri: i sacerdoti Michele Maddaluno, Antonio Poerio, Antimo Lopez, Andrea Cogliandro. Vi erano i ciclisti del Fascio giovanile, i balilla, le associazioni maschili e femminili di A.C., le donne e gli uomini cattolici, le confraternite di Soccavo e di Pianura, di S. Francesco e del SS. Sacramento, i vocazionisti, i Cappuccini, le suore di Ivrea e di S. Anna… insomma la partecipazione fu poderosa.

I gruppi erano in tutto cinque e proprio il quinto era costituito da Clero e Parroci di tutta la Diocesi, dal Seminario Regionale Campano, dal Seminario Diocesano, dal Collegio degli Ebdomadari dal Capitolo. Seguivano gli Abati, i Vescovi, gli Arcivescovi con ai lati i seminaristi che reggevano le estremità del piviale. Poi il pallio, le cui aste erano rette, di volta in volta, dai giovani professionisti e dai fucini puteolani. L’Ostensorio venne recato da un vescovo per ogni tratto del percorso. Dietro, il Cardinale Ascalesi. E poi prelati in abito paonazzo, le autorità civili, militari e fasciste. Chiudevano il corteo carabinieri e militi con una immensa calca di popolo. Tre maestosi altari erano stati eretti lungo il Percorso; quello nell’anfiteatro, la cui arena era divisa da eleganti steccati: a destra il pubblico e le varie associazioni, a sinistra le confraternite e il clero e due tribune, ai lati dell’ altare, in fondo all’arena per ospitare le autorità. Un altro altare fu realizzato nella centralissima piazza Vittorio Emanuele e l’ultima nel rione Gerolomini, sulla spianata di fronte al mare, sì che il mare vi gorgogliava sotto. Le tre benedizioni furono tutte impartite dal Cardinale Ascalesi. Terminata la processione, il Santissimo Sacramento fu portato e deposto nella nuova Chiesa del Rione, inaugurata il 2 luglio e dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Il 7 ottobre, Mons. Petrone fece il consuntivo del congresso in una notificazione e dove tra l’altro vi leggiamo: “L’anima commossa come mai nella vita non riesce a trovare espressioni adatte a trovare quel poema di pietà, di magnificenza e di grandiosità trionfale che è stato il nostro Primo Congresso Eucaristico Diocesano”, e ricordava poi le parole del Cardinale Ascalesi, pronunciate al termine della processione, proprio di fronte alla nostra Chiesa Parrocchiale: “Esulta Pozzuoli! Scrivi nel libro d’oro della tua Città e Diocesi a caratteri indelebili questa pagina gloriosa di storia religiosa e civile. Esulta Pozzuoli!”. Concludeva nella sua lettera Mons. Petrone: “Esultiamo figliuoli e fratelli carissimi, esultiamo e ringraziamo l’infinita misericordia del Sacro Cuore… ripeto quanto dissi alla vigilia del congresso: il Vescovo cade in ginocchio innanzi al Trono Eucaristico, e piange, canta e prega a nome della Diocesi intera: Soli Deo honor et Gloria!”.