“Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo”(S. Caterina da Siena) (Santissima Trinità – Mt 28,16-20)

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(Santissima Trinità – Mt 28,16-20)

Nel Dialogo della divina Provvidenza, S. Caterina da Siena, così scrive, paragonando il mistero del Dio uno e trino al mare… un mare sconfinato e profondo, dal quale attingere conoscenza e vita: “Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e, quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti!”. Ecco… questa festa è come tuffarsi nel mare! Uno spettacolare tuffo in un mare profondo e calmo. E così, oggi… ci tuffiamo nel mistero di Dio. Lo dico subito: se cerchiamo di entrare nella festa della Trinità “con la testa”, mi sa che la battiamo solo da qualche parte! Se poi pensiamo alle parole del credo: “Credo in Dio padre onnipotente creatore del cielo e della terra… Credo in Gesù Cristo suo unico figlio, generato non creato della stessa sostanza del Padre… Credo nello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio…”… mi sa che l’avventura si fa molto più ardua. Proviamo pure a parlare di questo mistero di amore… ma con la consapevolezza che il nostro sarà solo un balbettare! Lo aveva detto anche l’Apostolo Paolo: “Ora noi vediamo confusamente come in uno specchio, il mistero di Dio… poi vedremo faccia a faccia!” (1 Cor 13). Per affrontare il mistero della Trinità ci aiuta più la poesia che la matematica… più la musica e l’emozione della teologia. Mi chiedo: “Ma Dio è così complicato?” Non credo: Dio ama la semplicità e ama anche non complicarci la vita. Noi cristiani crediamo in Dio? No. Noi crediamo in Dio fatto uomo! Non è mica secondario questo: significa che ogni volta che vogliamo entrare nel mistero di Dio, non possiamo che riferirci a Gesù, altrimenti ci capiremo poco! Cosa è successo infatti ai discepoli? Hanno forse capito Dio? No… lo hanno incontrato! Lo hanno incontrato in Gesù e questi gli ha raccontato… svelato il volto del Padre. Filippo glielo chiese un giorno: “Maestro, mostraci il padre e ci basta” e Gesù: “Filippo, chi vede me vede il Padre”. I discepoli hanno dovuto fare i conti con delle immagini di Dio che si portavano dentro. Talvolta non erano così carine queste immagini. E così… Gesù ha ribaltato tante idee… seppellito tanti fantasmi intorno a Dio. Volete sapere com’è Dio? Ve lo racconto io: ed inizia a raccontare: “Dio è come un padre che aveva due figli, un giorno il primo chiese…” ricordate? E ancora: “Dio è come quel pastore che ha cento pecore ma, persane una, molla tutto e va a cercarla finché non la ritrova e fa una mega festa”. Ecco chi è Dio, racconta Gesù… e mentre lo racconta gli portano una donna sorpresa in flagrante adulterio con l’intenzione di lapidarla: “Chi è senza peccato… Chi ti ha condannato? Neppure io ti condanno…”. Insomma Gesù racconta e fa vedere, parla e vive. E noi? Che immagine di Dio abbiamo dentro di noi? Un Dio che castiga? Che accusa? Che rinnega? Diciamolo pure… ancora oggi queste immagini non sono affatto sparite. Vanno di moda, danno pure sicurezza e contribuiscono a costruire la propria identità cattolica!!! Meglio ritornare a Gesù! Sì… perché spero lo abbiamo capito che il Dio di Gesù è differente! E ancora: la Trinità ci dice che Dio non è solitudine, ma comunione! Ma noi, non siamo fatti ad immagine di Dio? Sì, vero? Anche noi siamo chiamati a diventare icona (immagine) della Trinità! E ogni tanto… non ci farà male ricordarcelo che: il grande sogno di Dio, la Chiesa, va costruita a sua immagine… ad immagine della Trinità. Questo, nel concreto, significa che la nostra comunità parrocchiale deve prendere ispirazione da Dio-Trinità, guardare a lui per intessere rapporti, per rispettare le diversità, per superare le difficoltà. Guardando al nostro modo di relazionarci, di rispettarci, di essere autentici, chi ci sta intorno capirà chi è Dio. “Io sarò con voi tutti i giorni. Fino alla fine del mondo”. Senza condizioni. Su queste parole si chiude il Vangelo di Matteo e si apre la nostra vita. Tutti i giorni… fino al consumarsi del tempo. Dentro gli abbandoni e le solitudini… quando ti sfiora l’ombra della morte o quando ti sembra di volare… Lui sarà con te, sempre. Questa settimana costruiamo comunione! La nostra vita a scuola, in ufficio, in università, sia icona di comunione! RICORDIAMOCELO! Il nostro Dio è differente!

Don Mario Russo

E' il parroco della Comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini a Pozzuoli.

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