UNA BEATITUDINE ANCHE PER ME
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(VI dom. t.o. – Lc 6, 17.20-26)
“alzati gli occhi verso i suoi discepoli…”. Ed ecco a cascata: “Beati… Beati…”.
Alcuni anni fa uno mio studente del liceo mi chiese: “Ma don, Gesù sognava come noi?”. Devo confessare che la domanda mi colse un po’ impreparato. In tutti i corsi di teologia non si era mai parlato dei sogni di Gesù!
Mi venne però spontaneo rispondere che certamente Gesù sognava proprio come noi e che il suo più grande sogno lo raccontò un giorno da un piccolo monte… e lessi questa pagina alla classe. Quel giorno capimmo insieme il sogno di Dio per una umanità riconciliata… perdonata! Il sogno di una fraternità universale in cui tutto riparte dalla fine… dalla periferia… dagli ultimi! In questa pagina c’è un Dio che esalta proprio tutti quelli che il mondo, la politica, i manager dei grandi gruppi industriali…commerciali… bancari… talvolta le Chiese, e il buon senso comune, abbassano, umiliano, emarginano.
Un Dio proprio “fuori dalle righe” delle nostre categorie mentali. Dio non sceglie il povero perché è “migliore” del ricco; il mite perché è “migliore” del prepotente; il nonviolento perché è “migliore” del violento. Dio non sceglie il divorziato-risposato perché è “migliore” di chi ha onorato il suo matrimonio per tutta la vita.
La categoria “migliore – peggiore” è una categoria che abbiamo creato noi… è estranea alla visione di Dio. Dio ama tutti, siamo noi che gli attribuiamo intenti discriminatori… propositi vendicativi… atteggiamenti epurativi. “Beati” è la parola nuova del Figlio di Dio.
È parola nuova che ribalta poteri e gerarchie. Gesù si è schierato: i beati sono loro! Il discepolo di Gesù è chiamato a far sua questa logica nuova, a fare piazza pulita delle presunte pseudo-beatitudini che ci circondano.
Diciamocelo onestamente, quando ci viene da pensare al “Beato…” la prima immagine che scorre per la testa non è certo quella di un povero o di chi ha fame, sete e piange. Per noi i “beati” sono quelli che hanno un posto di lavoro sicuro; quelli che riescono a fare la settimana bianca; quelle che hanno un marito che si ricorda sempre le date degli anniversari, dei compleanni ed è pure bravo a stendere i panni; quelli che prendono trenta agli esami e nel frattempo riescono pure a lavorare, fare gli allenamenti di calcio, andare a danza e portare la fidanzata in vacanza; quelli che fanno poco o niente ma c’è papà che provvede a tutto e così riescono a vincere un concorso superando magari chi è più meritevole di loro.
Tutte menzogne e illusioni! Gesù, per fortuna, sembra di un altro parere! I beati del Regno di Dio sono i poveri, gli afflitti, gli affamati di giustizia, i perseguitati, i dimenticati… Questo è il Vangelo! Questa è la buona notizia!
Se Gesù avesse detto che beati sono i ricchi, i sani, i belli, i forti,… che novità ci sarebbe stata? Se Gesù avesse detto che i beati sono quelli realizzati… imbroglioni felici e pasciuti,… che carica profetica ci sarebbe stata nel suo annuncio? E così… oggi viene a me Gesù… e mi dona ancora queste parole sovversive: questa società ti impone di procedere a spallate per conquistare ciò che desideri? Sii onesto e costruisci pace.
Sei provocato dall’aggressività che ti circonda? Rimani mite. Ti senti l’unico fesso del pianeta che fa tutte le cose in regola senza evadere da nessuna parte? Ama la giustizia. Ti senti guardato come un marziano perché tutte le settimane vai alla catechesi?
Ma regalagli un sorriso. Nel suo elenco, insomma, ci siamo proprio tutti: poveri, piangenti, incompresi; quelli dagli occhi puri, che non contano niente agli occhi impuri e avidi del mondo, ma che sono capaci di posare una carezza sul fondo dell’anima… sono capaci di regalarti un’emozione profonda e vera. E c’è perfino la santità delle lacrime: di coloro che molto hanno pianto e che sono il tesoro di Dio. Dietro l’angolo… da qualche parte… c’è una beatitudine anche per me